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Agcom e Garante Privacy, le nomine slittano al 25 marzo (la decisione di Camera e Senato)

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Lo ha stabilito la conferenza dei capigruppo, questa volta d'intesa con il Senato (le procedure di nomina sono di fatto parallele).

La “telenovela” delle nomine Agcom e Garante privacy continua. È slittata nuovamente l’elezione in Parlamento per eleggere i membri delle due authority. La nuova seduta dell’Aula della Camera è fissata ora al 25 marzo (era prevista per il 18 marzo). Lo ha stabilito la conferenza dei capigruppo, questa volta d’intesa con il Senato (le procedure di nomina sono di fatto parallele).

L’Assemblea di Montecitorio procederà pertanto, secondo l’attuale calendario dei lavori, al voto di due componenti Agcom e di due commissari del Garante della privacy dopo le comunicazioni del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, sul consiglio europeo. A questo punto ci aspettiamo che faccia lo stesso anche il Senato per eleggere i componenti di propria competenza e superare, finalmente, uno stallo che sta diventando imbarazzante, perché i vertici delle due Autorità sono scaduti a giugno e luglio dello scorso anno e vengono rinviate di settimana in settimana.  

Chi sono i nomi in “pole position”? Non li facciamo noi, li lasciamo fare a chi li fa da mesi e poi giorno dopo giorno viene smentito.

Garante privacy, le regole per eleggere il Collegio

 Due componenti del Collegio del Garante privacy devono essere eletti dalla Camera e due dal Senato. I quattro avranno poi il compito di eleggere il Presidente del Collegio e in caso di pareggio sarà eletto il più anziano. Quindi il componente più anziano non diventa di “default” il Garante privacy, come leggiamo ormai da mesi su molti siti e giornali.
Il mandato per il Collegio dell’Autorità è di sette anni, non rinnovabile. 

Agcom, le regole per eleggere il Consiglio

Anche l’elezione dei quattro Commissari Agcom spetta al Parlamento, mentre il presidente dell’Authority viene nominato con decreto del Presidente della Repubblica su proposta del Presidente del Consiglio, d’intesa con il Ministro dello Sviluppo Economico, previo parere favorevole delle Commissioni parlamentari competenti.