Lo scenario

Addio diesel? Le grandi capitali Ue pensano al divieto, gli investitori guardano alle auto elettriche

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Doveva essere il carburante sostenibile e a basso costo, ma è diventato uno dei più inquinanti e mortali. In Italia nel 2014 ha causato 21 mila decessi. La fine del diesel è vicina? In molti vedono lo spostamento degli investitori verso le auto elettriche e ad idrogeno.

Dopo decenni di promozione dei veicoli alimentati a diesel per il loro basso impatto ambientale, ecco emergere un po’ ovunque una nuova “narrazione della sostenibilità” di questo carburante: è inquinante e particolarmente minaccioso per la salute umana.

Dal 2012, riporta un articolo del Guardian, si sono accumulati numerosi studi scientifici che dimostrano la pericolosità delle auto a diesel per il benessere dei cittadini. Inquinanti come la famiglia degli ossidi di azoto e le loro miscele (NOx) e la famiglia delle polveri sottili (PMx), secondo l’Agenzia europea per l’ambiente (EEA), sono stati la causa di 71 mila decessi prematuri nel 2014, di cui 12 mila nella sola Gran Bretagna principalmente per il diossido di azoto (NO2).

In questo studio dell’EEA (“Air quality in Europe — 2016 Report”), il Regno Unito si piazzava al secondo posto per numero di morti, subito dopo l’Italia, che ne contava più di 21 mila.

È lo stesso Gruppo C40, anche a seguito del dieselgate’ che ha visto la Volkswagen al centro di pensati accuse relative proprio al software di controllo delle emissioni nocive, ad aver preso in considerazione lo stop ai veicoli alimentai a diesel nei centri urbani.

Indicazione già inserita in agenda da parte di città come Parigi, Madrid, Atene e Città del Messico, che hanno annunciato l’intenzione di fermare i veicoli diesel nel 2025.

Ma la lista potrebbe presto allungarsi, perché stanno prendendo una decisione simile altre città come Oslo, Liverpool e Stoccarda.

Il sindaco di Londra, Sadiq Khan, ha annunciato l’intenzione di tassare le auto diesel a partire da ottobre. Si tratta di una tassa di 10 sterline che molto probabilmente sarà a carico di chi va in giro con auto tropo vecchie.

La capitale britannica conta ogni anno una media di 9000 decessi legati all’inquinamento atmosferico.

Scelte favorite anche da ulteriori studi applicati al settore automotive relativi alle emissioni inquinanti. Un documento dell’International Council on Clean Transportation (Icct) del 2011 ha rilevato che le reali emissioni di NOx sono in media sette volte più alte dei limiti fissati per legge.

E sempre uno studio dell’Icct di inizio anno dimostrava che gli ultimi modelli di auto diesel, nonostante l’innovazione tecnologica di cui erano provvisti, emettono NOx dieci volte di più che i grandi camion con rimorchio, degli autobus o dei TIR.

Un tema che non interessa tanto gli Stati Uniti, la benzina è il carburante più usato e ha ancora un costo assolutamente più basso che da noi, quanto l’Europa, dove ancora le auto diesel sono più della metà di tutte quelle vendute ogni anno.

C’è da segnalare, inoltre, in termini di innovazione e sostenibilità, la volontà degli investitori di orientarsi sempre più verso la mobilità elettrica e l’idrogeno, piuttosto che tentare ancora una volta la strada (più volte dimostratasi fallimentare) di tirar fuori un diesel più pulito grazie alle nuove clean technologies.

In Gran Bretagna subito dopo la crisi finanziaria del 2009 l’industira automobilistica e i loro lobbisti sono riusciti a far passare, con la collaborazione del Governo, l’idea che gli standard Euro 5 e Euro 6 garantissero una significativa diminuzione di emissioni di inquinabnti.

Il problema è che successivamente, nel 2011, si scopri che il 97% delle auto diesel superava ancora abbondantemente i limiti di legge.

Entro il 24 aprile prossimo, il Governo britannica ha annunciato il rilascio dei nuovi piani per limitare i danni alla salute e all’ambiente procurati dalle emissioni inquinanti del settore dei trasporti.