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Acqua: una nuova tecnologia di bonifica per risparmiare milioni di euro

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Il processo innovativo è stato sviluppato dall’Università Sapienza di Roma.

Centinaia di milioni di euro. A tanto ammontano i costi di gestione della bonifica delle acque inquinate da solventi clorurati. Un ‘risparmio importante’ potrebbe arrivare dall’applicazione di una nuova tecnologia per il trattamento delle acque di falda. A sostenerlo è Marco Petrangeli Papini, direttore del Master di II Livello in “Caratterizzazione e Tecnologie per la bonifica dei siti Inquinati” all’Università Sapienza di Roma.

Nel corso della 7/a Conferenza Internazionale Energythink, promossa da Eni e Legambiente in collaborazione con l’Università Sapienza di Roma dal titolo “Dalle bonifiche alla riconversione industriale: ricerca, sostenibilità, opportunità di sviluppo per il territorio”, Papini ha illustrato lo sviluppo di un processo innovativo di bonifica delle acque di falda, dalla scala di laboratorio fino alla sua implementazione alla scala industriale già testato in un sito nel nord Italia.

‘Il processo tecnologico sviluppato dall’Università Sapienza di Roma – ha dichiarato Papinise venisse applicato su tutti i siti italiani colpiti dal problema delle acque inquinate da solventi clorurali permetterebbe da un lato di non sprecare un’enorme quantità d’acqua durante il suo processo di bonifica e dall’altro un risparmio importante sui costi di gestione che annualmente ammontano a centinaia di milioni di euro. Questo processo produttivo, dunque, genera un vantaggio economico doppio: in termini di acqua risparmiata e di costi di gestione drasticamente ridotti. Ma soprattutto è applicabile a tutti i più grandi siti industriali in Italia che hanno nei decenni generato questo tipo di inquinamento come Porto Marghera, Porto Torres, Priolo e Bussi.

In particolare nel Lazio le maggiori criticità, sottolinea, le ritroviamo nella Valle del Sacco ed è lì che sarebbe importante intervenire in modo sensibile con questa nuova soluzione tecnologica risolvendo l’emergenza ambientale che persiste tutt’ora.

Secondo Rossella Muroni, direttore di Legambiente, ‘attualmente in Italia sono 100 mila gli ettari da bonificare. Nel nostro Paese siamo all’avanguardia nella ricerca, ma molto arretrati sul piano dell’applicazione pratica. Il nostro auspicio è che il Governo investa sempre più risorse a favore delle bonifiche ambientali’.