Oro blu

Acqua potabile, è meno dell’1% di tutte le risorse idriche terrestri

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È vero che la Terra è ricoperta di acqua per il 77%, ma il 97% è salata. Ciò che rimane è acqua dolce, ma solo una piccola parte di questa è disponibile per il consumo umano. Ad oggi 768 milioni di esseri umani non hanno accesso sicuro a questa risorsa. Gli italiani al Top in Europa per eccesso di consumi. Nel 2050 una persona su due nel mondo soffrirà la sete.

Acqua fresca e potabile, una risorsa scarsa

La chiamano oro blu, ma forse non rende bene l’idea di quanto l’acqua sia un bene primario di inestimabile valore. Anche solo partendo dal fatto che non possiamo vivere senza, questa risorsa è alla base di tutta la rete della vita del pianeta e purtroppo non è un bene illimitato.

Secondo stime riportate da WorldAtlas, infatti, meno dell’1% dell’acqua del pianeta è potabile.

È vero che la Terra è “blu” per il 77%, ma il 97% è salata. Ciò che rimane è acqua dolce, ma solo una piccola parte di questa è disponibile per il consumo umano.

Di questo 3% scarso, solo il 31% è accessibile a noi, perché per la gran parte è in forma ghiacciata.

Le risorse idriche potabili sono tutte sotterranee, il 40% circa dell’acqua che beviamo proviene dal sottosuolo. Non se ne può creare di nuova, al momento, quindi è fondamentale tutelare al meglio queste riserve vitali per la nostra sopravvivenza.

Un mondo assetato

Secondo dati del Centro di epidemiologia per la sanità pubblica dell’Istituto Superiore di Sanità, più di 1 miliardo di persone nel mondo fa affidamento su fonti di acqua potabile considerate a rischio e oltre 2 miliardi e mezzo non hanno accesso a servizi igienici adeguati. Ogni anno, il mancato accesso all’acqua potabile provoca 4 miliardi di casi di diarrea e 1,7 milioni di decessi.

Secondo un recente studio di ActionAid e di Mani Tese, sono 768 milioni gli esseri umani che non trovano un accesso sicuro a questa risorsa e nemmeno la quantità minima giornaliera necessaria a soddisfare le esigenze basilari dell’organismo.

Considerando i volumi eccessivi di acqua che lasciamo uscire dai rubinetti di casa o in ufficio, è molto probabile che in pochissimi si rendano conto del valore reale di questo bene comune.

Secondo le ultime stime, l’accesso all’acqua sarà un problema 5 miliardi di persone nel 2050.

Consumi di acqua, italiani ai primi posti in Europa

Noi italiani consumiamo più di 150 metri cubi di acqua per famiglia in un anno. Secondo rilevamenti Istat, con 9,2 miliardi di metri cubi, l’Italia detiene nel 2018 il primato nell’Unione europea a 27 del volume di acqua dolce complessivamente prelevata per uso potabile.

Il consumo medio giornaliero di acqua è pari a circa 220 litri per persona in Italia.

Il nostro Paese inoltre è tra i quelli che sfruttano in grande maggioranza acque sotterranee, sorgenti e pozzi, che rappresentano per il territorio italiano la risorsa più grande e preziosa di acqua dolce (l’84,8% del totale prelevato).

Per questo motivo nel Piano nazionale di ripresa e resilienza sono stati predisposti investimenti proprio per il miglioramento dell’efficienza dell’infrastruttura idrica, per la valorizzazione di questa risorsa primaria e la sua tutela.

C’è poi il problema della scarsa efficienza della rete idrica nazionale. La percentuale di perdite idriche totali della rete nazionale di distribuzione dell’acqua potabile è del 42,0%: ogni 100 litri immessi nel sistema, ben 42 non sono consegnati agli utenti finali.

Per le cattive condizioni dell’infrastruttura idrica si disperdono 3,4 miliardi di metri cubi: 156 litri al giorno per abitante. Stimando un consumo giornaliero pro capite di 215 litri (valore nazionale), le perdite potrebbero garantire le esigenze idriche di circa 44 milioni di persone in un anno.