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ACN, Bruno Frattasi: “Gli hacker russi? Sono la nostra prima minaccia, ma l’Italia non ha riportato gravi danni dai recenti attacchi”

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Sono queste le prime parole del nuovo direttore generale dell''Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (ACN), Bruno Frattasi, rilasciate in un'intervista al Messaggero. La nomina di Frattasi è stata annunciata ieri durante il consiglio dei ministri svoltosi a Cutro, in Calabria.

“Gli attacchi hacker russi sono una delle prime minacce che incombono. Anche se sembra che il nostro Paese non abbia riportato gravi danni dai recenti attacchi di questo tipo”.

Sono queste le prime parole del nuovo direttore generale dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (ACN), Bruno Frattasi, rilasciate in un’intervista al Messaggero.

La nomina di Frattasi è stata annunciata ieri durante il consiglio dei ministri svoltosi a Cutro, in Calabria. Una sostituzione lampo, visto che il direttore dimissionario Roberto Baldoni (direttore da due anni dell’ACN e di fatto anche “ideatore” della prima autorità nazionale sulla sicurezza informatica varata dal governo Draghi) si è dimesso soltanto lunedì. Un addio dettato, secondo i rumors, anche dall’intensificarsi degli attacchi hacker che negli ultimi mesi hanno preso di mira i siti web di istituzioni e società partecipate. Da ultimo, il blitz del collettivo filorusso NoName057, che nei giorni scorsi aveva colpito i siti del ministero del Lavoro e del Consiglio superiore della magistratura (esultando poi per l’addio di Baldoni).

Frattasi: “Il mio obiettivo primario? Rendere pienamente operativa l’ACN”

“Io vedo l’Agenzia come un organismo che non solo deve difendere da atti ostili l’Italia e le sue infrastrutture strategiche rafforzandone la resilienza. – continua Frattasi – Ma anche come una struttura che deve accompagnare e guidare il Paese e le sue articolazioni istituzionali, amministrative, economiche verso una piena digitalizzazione dei servizi e verso un orizzonte di post-modernità”.

“L’Agenzia dovrà essere completa nei suoi organici. So che ci sono centinaia di assunzioni da fare e questa sarà un’altra delle mie priorità. Avremo svariati fronti su cui agire. Penso per esempio – prosegue – al contrasto alla criminalità organizzata nazionale e transnazionale che ovviamente sfrutta il cyberspazio, il cosiddetto quinto dominio, per i suoi affari”

Bruno Frattasi: il profilo

Sessantasei anni, napoletano trapiantato da 40 anni a Roma, è prefetto della Capitale da poco più di quattro mesi (dal 31 ottobre dello scorso anno) quando è stato nominato al posto del suo predecessore Matteo Piantedosi, diventato ministro dell’Interno del governo di Giorgia Meloni.

Ha svolto fino ad oggi la sua attività a Roma, presso il Ministero dell’Interno, dapprima presso la Direzione generale del Personale, poi presso l’Ufficio Legislativo in materia di ordinamento della pubblica amministrazione nonché in materia di pubblica sicurezza.

Dal 1998 entra a far parte dello staff di diretta collaborazione del Ministro dell’Interno presso l’Ufficio dì Gabinetto. Nel 2005 è nominato Prefetto della Repubblica.

Dal novembre 2006 al giugno 2007 ricopre l’incarico di commissario straordinario del Comune di Gaeta.

Dal6 agosto 2007 al 29 dicembre 2009 ha ricoperto l’incarico di Prefetto dì Latina.

Dal 30 dicembre 2009 al 29 novembre 2011 è stato Direttore dell’Ufficio per il Coordinamento e la Pianificazione delle Forze di Polizia presso il Dipartimento della Pubblica Sicurezza.

Dal 1 dicembre 2011 al 1 aprile 2012 è stato Capo della Segreteria del Ministro dell’Interno.

Dal 2 aprile 2012 ha assunto l’incarico di Direttore dell’Ufficio Affari Legislativi e Relazioni Parlamentari.

E’ stato Coordinatore del Comitato di Coordinamento per l’Alta Sorveglianza delle Grandi Opere fino all’inizio del 2014.

Durante la sua attività ha fatto parte dì delegazioni governative in importanti assise internazionali, tra cui la partecipazione alla delegazione governativa italiana nell’ambito del Gruppo finanziario per la lotta al riciclaggio (GAFI).

Ha pubblicato diversi saggi specialistici in materia di documentazione antimafia ed è coautore di diverse pubblicazioni scientifiche di commento al codice antimafia ed alla tracciabilità finanziaria dei pagamenti dei contratti pubblici.

È presidente dell’Associazione Funzionari dell’Amministrazione Civile dell’Interno (ANFACI).