Futuro

Accordo di cooperazione Usa-Cina per il contrasto ai cambiamenti climatici

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C’è diffidenza tra Washington e Pechino, ma allo stesso tempo l’accordo ha consentito alle due superpotenze tecnologico-economiche di sedersi attorno allo stesso tavolo, uno dei più importanti del secolo: quello dei cambiamenti climatici e della decarbonizzazione. Kerry: “Ora vediamo che succederà”.

Buone notizie da Shanghai, dove Stati Uniti e Cina sono ormai sulla buona strada per cooperare assieme nella ricerca di nuove soluzioni più efficaci nella lotta ai cambiamenti climatici su scala globale, secondo quanto riportato dai principali media americani.

L’accordo è stato firmato dall’inviato speciale della Presidenza degli Stati Uniti, John Kerry, e il suo omologo cinese Xie Zhenhua, durante una due giorni di incontri e conferenze sulle questioni climatiche e del surriscaldamento globale.

In una dichiarazione congiunta, i due Paesi si sono impegnati a collaborare e lavorare assieme per affrontare con urgenza e serietà la crisi climatica che sta impattando su tutto il pianeta.

Ovviamente, Kerry ha mostrato alla stampa sia grande entusiasmo, sia una certa dose di scetticismo, perché ora alle parole devono seguire i fatti: “Ora vediamo che succederà”.

Cina e Stati Uniti sono i due Paesi che più inquinano al mondo, sia in termini assoluti di emissioni di gas serra, sia per quel che riguarda le emissioni di CO2 procapite.

Se da un lato Washington è rientrata nello storico accordo sul clima di Parigi del 2015 (COP 21), grazie alla volontà del nuovo Presidente americano, Joe Biden, la Cina dall’altro ha annunciato per voce del vice ministro degli Esteri, Le Yucheng, che comunque non sarà facile prendere nuovi impegni: “Si tratta di obiettivi che per quanto urgenti sono molto impegnativi da raggiungere per un Paese con 1,4 miliardi di persone”.

Nel 2019 la Cina è stata responsabile dell’immissione nell’atmosfera terrestre del 30,3% di tutte le emissioni di CO2, contro il 13,4% degli Stati Uniti e quasi il 9% dell’Unione europea, secondo dati Iea.

A livello di quota di emissioni di CO2 procapite, però, sono gli Stati Uniti al primo posto, con 15,5 tonnellate a testa, seguiti dalla Cina (8,1 tonnellate all’anno procapite) e l’Europa (6,5 tonnellate annue procapite).

Pechino ha annunciato i propri obiettivi climatici di massima per questo secolo: picco delle emissioni di CO2 al 2030 e neutralità climatica entro il 2060.

Gli Stati Uniti, invece, hanno dichiarato la volontà di diventare la prima economia al mondo a zero emissioni entro il 2050, raggiungendo questo obiettivo nel settore energetico già entro il 2035.

Tutti grandi target per l’umanità, ma staremo a vedere, perché le date sono lontane e i problemi invece sono già tutti qui sul tavolo delle urgenze e delle emergenze a cui dovrà dare risposte concrete anche la prossima COP 26 di Glasgow a novembre.