i numeri

Acciaierie italiane, ecco le prime 10 per fatturato

di |

Nell’edizione del 2020 del Report di Mediobanca le prime dieci aziende che hanno nella lavorazione dei metalli il settore predominante di attività fatturano un totale di 24,2 miliardi. Vediamo quali sono.

Truenumbers è l’appuntamento quotidiano con la rubrica curata dal portale www.truenumbers.it, il più importante sito editoriale di Data Journalism in Italia, fondato da Marco Cobianchi. Una rubrica utile per saperne di più, per approfondire, per soddisfare ogni curiosità, ma sempre con la precisione che solo i numeri sanno dare. Per leggere tutti gli articoli della rubrica Truenumbers su Key4biz clicca qui.

Quali sono quelle che possono sostituire Arcelor Mittal a Taranto

L’intesa tra Italia e Arcelor Mittal che ha portato alla nascita di Acciaierie d’Italia nel 2021 è finita. Le ragioni? La prima è che il colosso industriale mondiale del settore dell’acciaio non è mai riuscito a far tornare la produzione dello stabilimento di Taranto ai livelli precedenti al commissariamento del 2012. Per la precisione la produzione di acciaio dell’ex Ilva si è dimezzata passando da 6,2 milioni di tonnellate di acciaio del 2012 a 3,1 milioni di tonnellate del 2022.

Che cosa non ha funzionato a Taranto

Ma la performance sotto le aspettative non è l’unica ragione. A convincere definitivamente il Governo italiano a troncare di netto con l’azienda siderurgica guidata da Lakshmi Mittal è il fatto che nessuno degli impegni programmati da Arcelor Mittal e Invitalia (il veicolo del Ministero dell’economia con il quale lo Stato italiano controlla Acciaierie d’Italia) è stato mantenuto. Non c’è stato nessun aumento dell’occupazione e nessun progresso per realizzare l’evoluzione green del polo siderurgico di Taranto, ovvero diventare leader mondiale nella decarbonizzazione del settore dell’acciaio. Per il Governo questo è sufficiente a chiudere la partita qui. Ma ora c’è bisogno che qualcuno subentri. Tra i possibili nuovi partner ci sono anche delle aziende italiane, rispettivamente i primi due gruppi siderurgici italiani.

Marcegaglia in testa alla classifica delle acciaierie italiane

Nel grafico sopra si possono vedere le prime aziende italiane per fatturato operanti nel settore metallurgico. I numeri sono quelli di Mediobanca che annualmente raccoglie i dati più significativi delle principali società italiane. Nell’edizione del 2020 le prime dieci aziende che hanno nella lavorazione dei metalli il settore predominante di attività fatturano un totale di 24,2 miliardi.

La holding dei Marcegaglia fattura 5,1 miliardi

Tra queste prima in assoluto è la Holding di Marcegaglia che da sola vanta un fatturato 2019 di 5,1 miliardi. Segue, a quasi 2 miliardi di distanza, Riva un’azienda italiana con sede in Lussemburgo che vanta il 62° posto al mondo per milioni di tonnellate prodotte, ben 5,5. Il colosso mondiale ArcelorMittal, primo per produzione di acciaio e anch’esso con sede in Lussemburgo, produce ogni anno 97,3 milioni di tonnellate.

La toscana Chimet tra le acciaierie italiane sostenibili

Proseguendo la classifica troviamo Chimet sull’ultimo gradino del podio. L’azienda toscana ha da poco sviluppato la divisione ecologica per la gestione e lo smaltimento dei rifiuti. In effetti l’acciaio, elemento molto utilizzato anche nel campo edilizio, alla fine del suo ciclo di vita può essere totalmente riciclabile e quindi riutilizzato per un numero virtualmente infinito di volte. Insomma, stiamo parlando di un materiale più resistente del vetro ma ugualmente riciclabile, modellabile come la plastica ma con una vita più lunga.

Due patron del calcio tra le prime dieci acciaierie italiane

In quarta posizione troviamo Finarvedi, la società cremonese che può vantare anche il 97° posto nella classifica mondiale della World Steel Association per tonnellate prodotte, ben 3,27 milioni l’ultimo anno. Il patron della società è Giovanni Arvedi che oltre a gestire l’attività siderurgica dei suoi stabilimenti è anche presidente della squadra cittadina, ora in Serie B, la Cremonese.

Lo shopping d’acciaio del gruppo Arvedi

Nel settembre del 2021 Arvedi ha comprato Ast (Acciai Speciali Terni) dalla Thyssenkrupp, colosso tedesco di Essen, proprietario di Ast dal 1994, che ha deciso una profonda ristrutturazione. con questa operazione Arvedi aumenta di 1,7 miliardi il fatturato del gruppo battendo la concorrenza della cinese Baosteel e della coreana Posco, che avevano presentato offerte per Ast. Ovviamente questa acquisizione avrà ripercussioni sulla classifica dei più grandi produttori di acciaio, non appena sarà formalizzata.

Oltre che Arvedi, il binomio calcio-metallo è ben saldo anche per un’altra società nella nostra classifica, la Feralpi Holding con 1,3 miliardi di fatturato. Quest’ultima, nonostante il 63% del proprio giro d’affari venga realizzato all’estero, sostiene la squadra della vicina Salò, oggi in Serie C.

I maggiori produttori di acciaio del mondo

Ma allargando lo sguardo sul mappamondo oltre alle acciaierie italiane, il confronto tra la produzione italiana e quella mondiale incorona la Cina come leader indiscussa. A livello mondiale, infatti, secondo i dati più aggiornati della World Steel Association, la produzione di acciaio è passata dal quasi 1 miliardo e 238 milioni di tonnellate del 2009 al miliardo e 816 milioni di tonnellate del 2018. Nel 2000, invece, le tonnellate prodotte a livello mondiale erano circa 850 milioni.

La Cina produce la metà dell’acciaio del pianeta

A crescere maggiormente è stata proprio la Cina, che nel 2009 produceva circa 577 milioni di tonnellate d’acciaio, saliti a oltre 928,2 milioni nel 2018. Il grande Stato asiatico da solo produce poco più della metà della produzione di acciaio globale. Al secondo posto c’è l’India con 109,2 milioni di tonnellate e al terzo il Giappone, con 104,3 milioni. L’Italia lotta per il decimo posto nella classifica mondiale, in un serrato testa a testa con l’Iran che produce circa 24,5 milioni di tonnellate d’acciaio.

La classifica delle più grandi acciaierie del mondo

Se la Cina è il maggiore produttore di acciaio del mondo, è anche il Paese che ospita la più grande società metallurgica del pianeta. Si tratta della China Baowu Group che solo da qualche anno ha superato, per produzione, gli indiani della ArcelorMittal (ma la società ha sede legale in Lussemburgo). Nel 2020, infatti, in piena pandemia, la Cina è riuscita non solo a piazzare la sua più grande società al vertice mondiale, ma anche a conquistare ben 28 posizioni della classifica mondiale dei primi 50 produttori di acciaio. Per avere un’idea di quanto sia incredibilmente potente la forza della Cina nel settore della siderurgia basti pensare che per trovare una società che abbia sede in Europa bisogna arrivare alla posizione numero 44 della classifica: si tratta della tedesca Thyssenkrupp.

Un’altra prova della forza dell’Asia? Ecco la classifica delle prime 10 acciaierie del mondo per produzione.

China Baowu Group (Cina)
ArcelorMittal (Lussemburgo)
Hbis Group (Cina)
Shagang Group (Cina)
Nippon Steel Corporation (Giappone)
Posco (Corea del Sud)
Ansteel Group (Cina)
Janlong Group (Cina)
Shougang (Cina)
Shandong Steel Group (Cina)
Quali sono le più grandi acciaierie tedesche

Dopo aver visto quali sono le più grandi acciaierie del mondo, diamo uno sguardo ai più grandi stabilimenti tedeschi, che sono in diretta concorrenza, come quelle degli altri Paesi europei, con le acciaierie italiane. Le più grandi acciaierie tedesche sono:

  • ThyssenKrupp: è una delle più grandi aziende siderurgiche tedesche, con sede a Duisburg e operazioni in tutto il mondo;
  • Salzgitter AG: è un’azienda siderurgica con sede a Salzgitter, in Bassa Sassonia, che produce una vasta gamma di prodotti in acciaio, come laminati a freddo, laminati a caldo, tubi senza saldatura, profilati, prodotti per la costruzione e altri;
  • Voestalpine AG: è un’azienda siderurgica con sede a Linz, in Austria, ma con importanti operazioni in Germania. Voestalpine.

Al quarto posto c’è proprio ArcelorMittal che ha sede in Lussemburgo ma con una massiccia presenza in Germania.

I dati si riferiscono al 2021
Fonte: Federacciai, Mediobanca, World Steel Association