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Accesso SPID, oltre un miliardo di utilizzi in un anno. Dal 2016 a oggi erogate 35 milioni di identità digitali

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SPID è l’acronimo di Sistema Pubblico di Identità Digitale. Esiste in Italia dal 2016 e consente a chi lo possiede di effettuare l’accesso ai servizi online della pubblica amministrazione tramite smartphone, pc o tablet, utilizzando un’unica identità digitale. Dal suo lancio a oggi sono state erogate 35 milioni di identità SPID (per la precisione 34.964.803 al 30 aprile 2023). Nel 2022 le identità digitali erogate avevano già superato quota 33,5 milioni e avevano portato a oltre un miliardo di accessi tramite SPID (quasi il doppio rispetto ai 570 accessi del 2021).

Nel 2021 le identità SPID hanno superato i 20 milioni

Questi numeri danno l’idea di come l’identità SPID sia diventata sempre più diffusa in Italia, con un’accelerazione che si è verificata principalmente tra il 2020 e il 2021. Ad aprile del 2016, anno del lancio, erano state appena 38.700 le identità SPID erogate. Nello stesso mese del 2017 sono diventate 1,3 milioni e ad aprile 2018 hanno superato quota 2,3 milioni. Nel medesimo mese del 2019 hanno sfiorato i 4 milioni di unità, mentre nel 2020 hanno superato quota 6,5 milioni. Ma l’anno della svolta è stato il 2021: ad aprile di quest’anno le identità SPID erogate hanno sfondato quota 20 milioni, per poi arrivare a quasi 30 milioni nell’aprile dell’anno seguente.

Gli Identity Provider accreditati sono 11

Per ottenere le credenziali SPID bisogna rivolgersi a uno dei gestori di identità digitale abilitati da AgID (Agenzia per l’Italia Digitale), i cosiddetti Identity Provider, scegliendo tra modalità gratuite o a pagamento. Al momento sono 11 i gestori di identità digitale abilitati. Si tratta di Aruba, EtnaID, InfoCert ID, ID InfoCamere, Lepida ID, Namiral ID, Poste ID, SpidItalia, SielteID, TeamSystem ID e Tim ID. Le credenziali rilasciate da ciascuno di questi fornitori hanno la stessa validità. Per effettuare il riconoscimento ai fini del rilascio delle credenziali è possibile rivolgersi di persona negli uffici dei gestori di identità digitale o agli sportelli delle amministrazioni pubbliche che hanno attivato questa procedura. Oppure svolgere la pratica via webcam, grazie a un operatore online o tramite un selfie audio-video, tramite Carta d’identità elettronica e app o attraverso la tessera sanitaria o firma digitale.

Lo SPID “batte” CIE e App IO

Prendendo a riferimento il gennaio 2023, come ultimo periodo di aggiornamento dei dati, si scopre che l’identità SPID ha raggiunto numeri perfino superiori a quelli della Carta d’identità elettronica. A fine 2022, come dicevamo all’inizio, le identità SPID erogate erano 33,5 milioni (di cui 6 milioni nel corso di quell’anno); a dicembre 2022, invece, le CIE rilasciate erano leggermente di meno, 32,7 milioni (di cui 7 rilasciate nel corso dell’anno). Numeri simili li ha fatti registrare anche l’App IO, l’applicazione gratuita gestita da PagoPA per facilitare il rapporto tra cittadini italiani e pubblica amministrazione. A fine 2022 l’App IO aveva collezionato 32 milioni di download.

I livelli di sicurezza

L’identità SPID si compone di credenziali diverse, a seconda del tipo di livello di sicurezza necessario per effettuare l’accesso. Il primo livello consente di accedere ai servizi online semplicemente con nome utente e password. Per il secondo livello, oltre a nome utente e password, l’accesso SPID richiede anche un codice temporaneo, da ricevere tramite SMS o app. Infine, il terzo livello, che quindi garantisce una sicurezza superiore, prevede nome utente, password e un supporto fisico di autenticazione (come una smart card).

SPID, il rinnovo delle convenzioni

Ultimamente si è parlato molto di SPID, in merito all’ipotesi della sua dismissione da parte del governo e dell’idea di unificare SPID e CIE in un nuovo strumento di identificazione. In particolare, l’argomento è stato all’ordine del giorno ad aprile 2023, mese in cui scadevano le convenzioni con i gestori. Convenzioni che sembrava fossero sul punto di non essere rinnovate. Alla fine, il governo ha approvato un emendamento al decreto Pnrr e stanziato risorse per 40 milioni di euro. L’intervento permetterà di garantire il servizio almeno fino al 2025. I fondi sono un contributo per i gestori dello SPID, che potranno così adeguare le infrastrutture tecnologiche al fine di mantenere operativo il servizio. Nel biennio 2023-2025, quindi, l’identità SPID continuerà a essere uno strumento chiave per l’autenticazione online e l’accesso ai servizi. Anche se all’orizzonte si profila un avvicendamento: proprio nel 2025 dovrebbe essere la Carta d’identità elettronica, in conformità di quanto previsto dall’Unione Europea, a sostituire le funzioni dello SPID.

I dati si riferiscono al 2023

Fonte: Agenzia per l’Italia Digitale

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