l'intervista

Accessibilità ed editoria, Cristina Mussinelli (Fondazione LIA) “È un risparmio, un progresso sociale, una opportunità”

a cura di Piermario Boccellato |

Nel 2025, infatti, entra in vigore l’European Accessibility Act ed è un grandissimo passo in avanti – di civiltà innanzitutto – per il mondo del libro. Abbiamo chiesto al suo segretario, Cristina Mussinelli, una delle più importanti esperte del settore, di spiegarci le tappe di questa rivoluzione tecnologica.

Il conto alla rovescia è iniziato. Entro quattro anni, tutta la filiera editoriale europea e quella di tutti gli operatori internazionali che intendono operare nel mercato europeo dovrà essere accessibile. Cosa vuol dire? Che i libri digitali, prima di tutto, ma anche le piattaforme e i siti web che li commercializzano, dovranno essere liberamente consultabili anche dalle persone con disabilità visive o con difficoltà di lettura dei libri a stampa, come per esempio le persone dislessiche.

Nel 2025, infatti, entra in vigore l’European Accessibility Act ed è un grandissimo passo in avanti – di civiltà innanzitutto – per il mondo del libro. È richiesto, pertanto, anche un grandissimo sforzo di innovazione agli editori, e non solo a loro, ma pure ai distributori, alle librerie online, ai siti di e-commerce, agli sviluppatori di soluzioni di lettura, alle piattaforme, ai produttori di device. Dovranno tutti adeguare i loro servizi, prodotti e processi di lavoro. Una fondazione italiana, Libri Italiani Accessibili, iniziativa dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti (UICI) e dell’Associazione Italiana Editori (AIE) è all’avanguardia in Europa nell’accompagnare questo processo.

Cristina Mussinelli

Si tratta di un progetto per l’innovazione tecnologica, ma anche sociale, portato avanti con il consenso dei diversi stakeholders interessati, a partire dalla persone con disabilità visiva  che partecipano alle fasi di progettazione e verifica dei prodotti e dei servizi in una logica di user centered design. Di fatto, la Fondazione è una implementazione ante litteram di quanto richiesto dall’European Accessibility Act. Abbiamo chiesto al suo segretario, Cristina Mussinelli, di spiegarci le tappe di questa rivoluzione tecnologica.

Key4biz. Mussinelli, come è fatto un libro accessibile?

Cristina Mussinelli. Un libro digitale accessibile è un ebook realizzato in base ad alcuni requisiti, definiti a livello internazionale, che permettono a chi lo legge con la sintesi vocale del proprio device o attraverso un display braille (una tastiera che trasforma il testo in braille digitale) di riconoscere tutte le sue parti e di navigarlo semplicemente.

Key4biz. Quali sono questi requisiti?

Cristina Mussinelli. Per essere considerato accessibile, per esempio gli indici devono consentire al lettore di accedere direttamente a tutti i capitoli del testo tramite dei link, i titoli e la semantica del testo devono essere identificati in maniera chiara, le foto, le illustrazioni o i grafici devono essere corredati da una descrizione alternativa che permetta di comprendere il contenuto. Il testo deve inoltre permettere alle soluzioni di lettura di ingrandire i caratteri e di modificare i colori degli sfondi per supportare la lettura anche da parte di chi ha un’ipovisione. Sono ben 42 i criteri che si basano su quanto definito a livello internazionale per gli standard di accessibilità e che devono essere rispettati per poter definire un e-book accessibile. Una cosa importante da evidenziare è che dei libri digitali realizzati tenendo conto di questi requisiti sono di qualità migliore per tutti i lettori.

Key4biz. Ma quanto sono diffusi oggi in Italia i libri accessibili?

Cristina Mussinelli. Sono 26.000 i libri digitali accessibili presenti a oggi nel catalogo di Fondazione LIA e consultabili sul sito www.libriitalianiaccessibili.it. Un risultato reso possibile grazie all’impegno degli editori partecipanti della Fondazione e dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti e al sostegno del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo.

Key4biz. Quindi molti editori italiani pubblicano già oggi in maniera accessibile. 

Cristina Mussinelli. Certo, sono già 76 i marchi editoriali presenti su www.libriitalianiaccessibili.it, ma è necessario che l’adeguamento sia totale entro quattro anni. Come Fondazione, noi abbiamo già accompagnato molti editori in questo percorso e continuiamo a farlo: facciamo consulenza e formazione sulla produzione e, quindi, assegniamo una certificazione di accessibilità, attribuendo ai prodotti con i giusti requisiti un bollino e i metadati utili a comunicare le loro specifiche lungo tutto il percorso della distribuzione digitale. In questo modo gli editori saranno in linea con le indicazioni dell’Accessibility Act, che sancisce il diritto dell’utente a conoscere nel dettaglio le caratteristiche del prodotto che sta comprando.

Key4biz. Quanti mesi passano prima che una novità editoriale sia disponibile anche per le persone con disabilità visiva?

Cristina Mussinelli. Il principio a cui si ispira tutto il lavoro di Fondazione Lia è quello del born accessible, ovvero i prodotti editoriali sono realizzati da subito come accessibili e possono quindi essere lanciati sul mercato per essere usufruiti da tutti. È un risparmio, un progresso sociale, una opportunità.

Key4biz. Quali altri soggetti sono coinvolti oltre agli editori nei cambiamenti imposti dall’Accessibility Act?

Cristina Mussinelli. Piattaforme di distribuzione, siti di e-commerce, device e applicazioni di lettura: tutti gli attori della filiera editoriale. Anche tutte le versioni mobile devono essere accessibili perché gli smartphone sono una porta d’accesso ai contenuti sempre più diffusa e hanno già nei loro sistemi operativi delle funzionalità che li rendono adatti per ogni tipo di lettore

Key4biz. E negli altri Paesi europei cosa succede?

Cristina Mussinelli. La consapevolezza della portata dei cambiamenti necessari si sta diffondendo velocemente: noi lavoriamo molto anche all’estero, ad esempio è stato recentemente tradotto in tedesco il nostro paper Ebooks for all, un manuale utile a tutti gli attori della filiera del libro interessati a far parte di un ecosistema editoriale digitale che sia totalmente accessibile. Ma anche fuori dall’Europa ci si sta muovendo: lo stesso articolo è stato tradotto anche in giapponese dove recentemente è stata approvata una nuova normativa in materia. Una delle attività che in altri Paesi stanno chiedendo a Fondazione LIA è l’organizzazione di corsi di formazione su questi temi per fare in modo che la cultura dell’accessibilità e le competenze necessarie per creare prodotti editoriali e servizi accessibili si diffonda sempre di più.