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A Open Fiber non piace il Codice degli Appalti. Ma se si vuol spendere bene serve trasparenza

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Neutralizzata l’ANAC, chi controllerà gli appalti e l’uso dei soldi pubblici? Perché lavori pubblici che riguardano altri settori altrettanto strategici in seno al PNRR devono seguire il Codice degli Appalti, mentre i lavori per la costruzione della rete, finanziati con i soldi pubblici, possono essere liberi da ogni vincolo e non rispondere a nessuno?

La via per la rete unica è piena di spine e ora anche di nuove nubi, in aggiunta ai tradizionali problemi di debito e personale di TIM. Ci riferiamo ai ritardi accumulati da Open Fiber nelle Aree bianche, ritardi che continuano a crescere e a cui si aggiungeranno anche i problemi legati alle Aree grigie da completare entro il 2026.

Il rischio è che potrebbero non essere rispettati i tempi previsti dal PNRR, con la conseguente perdita dei fondi europei su cui tanto il nostro Paese conta.

Come affrontare queste criticità?

Nei giorni scorsi ha fatto scalpore la proposta di Open Fiber di usare i detenuti per la posa dei cavi o meglio per scavar le buche (secondo la migliore tradizione hollywoodiana), perché pone innumerevoli problemi logistici e di sicurezza. Ma il punto è che la proposta non risolve in alcun modo il problema originario. E così, qualcuno in Open Fiber ha tirato fuori dal cilindro il coniglio delle “scorciatoie creative”, per velocizzare le procedure.

Come? Bypassando il Codice degli Appalti, in modo da poter assegnare lavori pubblici per miliardi sì, ma senza i controlli dell’Autorità contro la corruzione (ANAC).

Naturalmente tutte le operazioni sono state fatte con la dovuta riservatezza e, vorremmo aggiungere, senza trasparenza, anzi con le modalità opache che queste azioni non dovrebbero mai prevedere, tanto più nel caso di società (qui non solo Open Fiber) a controllo pubblico.

Due gli episodi che si possono ascrivere a questa strategia.

Open Fiber ha recentemente costituito un Consorzio, di cui possiede l’80%, insieme al Gruppo ASPI (Autostrade per l’Italia), che ha il 20%, in particolare tramite la società controllata Amplia Infrastructures (ex Pavimental). Peccato che l’ex Pavimental sia specializzata in grandi opere e non in piccoli cantieri comunali. Ma anche un gran peccato l’essersi dimenticati di chiedere un parere all’ANAC. Nessuno si era infatti posto il problema.

Viene da chiedersi come sia stato possibile che soggetti del calibro di CDP, Open Fiber e Autostrade (tutte a controllo pubblico) abbiano messo in campo un tale dispendio di risorse di tempo e di denaro, senza aver verificato prima la fattibilità. Perché l’ANAC, una volta consultata, ha espresso un parere negativo ed ha costretto l’azienda a bloccare l’iniziativa.

È a questo punto che, per aggirare l’ostacolo, salta fuori un’altra idea geniale: chiedere aiuto al Governo per emanare una norma speciale ad hoc, per consentire il subappalto e scavalcare l’ANAC (inserito nel decreto Energia/Ucraina).

Ma vi è un altro episodio più recente e più grave. 

Venerdì scorso, durante l’esame al Senato del DL PNRR II sono stati approvati degli emendamenti, che permetteranno di bypassare completamente il Codice degli Appalti e, di fatto, spendere i soldi pubblici senza nessun alcun controllo.

Gli emendamenti prevedono infatti, tra gli altri, l’esclusione dai controlli previsti dal Codice degli Appalti delle concessioni per le Aree bianche e dei lavori per le Aree grigie. Il provvedimento rischia di passare già oggi lunedì al Senato.

La questione è molto seria.

A cosa serve allora il Codice degli Appalti? E perché applicarlo in alcuni casi e non in altri. O lo si applica a tutti o a nessuno. Del resto, il Parlamento è sovrano, se una legge non va bene, allora la si abroghi.

A questo punto, chi controllerà gli appalti e l’uso dei soldi pubblici?

Perché lavori pubblici che riguardano altri settori altrettanto strategici in seno al PNRR devono seguire il Codice degli Appalti, mentre i lavori per la costruzione della rete, finanziati con i soldi pubblici, possono essere liberi da ogni vincolo e non rispondere a nessuno?

Chi si assumerà queste responsabilità e per quali ragioni?