Smart city, nuova tecnologia italiana per trasformare la CO2 in combustibile

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La ricerca italiana dell’ENEA annuncia la tecnologia ‘Fenice’: convertire la CO2 che emettiamo in combustibile per automobili e processi industriali. Un impianto sostenibile che genera energia e riduce l’inquinamento atmosferico.

Italia


Smart City_CO2

di Flavio Fabbri

 

È da diversi anni che i più prestigiosi centri di ricerca mondiale stanno cercando di convertire l’anidride carbonica in combustibile da impiegare nei trasporti e in attività industriali.

 

Uno dei principali attori dell’inquinamento urbano e del famigerato global worming, secondo al comunità scientifica internazionale alla base dei potenti cambiamenti climatici che si stanno verificando, potrebbe insomma risultare una risorsa di rilievo (vista l’ampia e nociva disponibilità in ambiente e in atmosfera) da sfruttare in termini energetici.

 

L’Università dell’Illinois a Chicago, il Massachusetts Institute of Technology (Energy Iniziative) a Boston, l’Università del Delaware, del Texas e della Georgia, sono solo alcuni dei più celebri Istituti da anni impegnati nel settore.

 

In Italia c’è l’ENEA, con il suo Centro Ricerche Casaccia, he ha annunciato l’entrata in funzione del primo impianto dimostrativo nazionale per la trasformazione di CO2 in combustibile e la riduzione quindi della sua minacciosa presenza in atmosfera.

 

Si tratta della tecnologia denominata ‘FENICE‘, completata dopo attività condotte su piccoli sistemi sperimentali in scala laboratorio: un impianto che, lavorando ad alte pressioni e a temperature di circa 200 °C, rivitalizza il carbonio presente nella CO2 attraverso la sua riduzione con idrogeno per ottenere metano ed acqua.

 

Com’è illustrato nella scheda tecnica che l’accompagna, “l’elettrolizzatore, che l’impianto FENICE utilizza per la produzione di idrogeno, può essere alimentato da fonti rinnovabili, come i pannelli fotovoltaici o i generatori eolici, consentendo l’immagazzinamento dell’energia solare sotto forma chimica“.

 

Attualmente l’impianto può produrre 250 NL/h di metano, ma le sue potenzialità sono molto superiori. Utilizzando opportuni catalizzatori, infine, è in grado di produrre anche metanolo e dimetil-etere (DME). Questi ultimi sono considerati combustibili alternativi per autoveicoli dalle ottime qualità e dal basso impatto ambientale.

 

La metodologia di stoccaggio presentata offre, oltre ai benefici di natura ambientale, significativi vantaggi  in termini di versatilità, in quanto il metano prodotto può essere utilizzato in vari modi, sia  per uso locale  che per la distribuzione in rete.  

 

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