Europa
di Flavio Fabbri
Il Commissario europeo per l’azione per il Clima, Connie Hedegaard, è stata molto chiara ieri: “I cambiamenti climatici a livello globale si fanno sempre più estremi. Dobbiamo trovare gli strumenti più adeguati per farvi fronte. L’aumento della popolazione urbana in tutta Europa ci deve impegnare maggiormente in termini di sostenibilità e minor impatto ambientale delle nostre metropoli“.
Entro pochi decenni le temperature medie aumenteranno sensibilmente e spesso si verificheranno fenomeni atmosferici stremi e molto violenti. Le prime avvisaglie le possiamo notare già oggi e visto l’incremento demografico delle aree urbane (attuale e futuro) la prima domanda da porsi è: come le città europee affronteranno tali cambiamenti?
Per questo il Commissario ha annunciato il nuovo progetto Ue denominato ‘Mayors Adapt‘, piattaforma comune per tutti i sindaci delle città europee che ha lo scopo di condividere best practice e nuove soluzioni per facilitare la loro applicazioni e rendere più rapido l’adattamento delle città ai cambiamenti climatici in atto.
Tali processi possono sconvolgere il sistema ecologico, sociale ed economico e alcune aree e settori potrebbero soffrirne più di altri. Tramite il ‘Mayors Adapt‘ tutti i Paesi Ue potranno lanciare dei progetti smart city su base locale e ogni due anni illustrare i risultati a Bruxelles per una valutazione collettiva ed eventualmente una condivisione dei risultati e delle informazioni.
Alla presentazione dell’iniziativa erano presenti tra gli altri il vice sindaco di Napoli, Tommaso Sodano, il belga Joost Venken, vice sindaco di Hasselt, Neil Swannick, consigliere comunale di Manchester e membro del Comitato delle Regioni.
La EU Climate Adaptation Platform (CLIMATE – ADAPT) e i piani per le resilient cities, rappresentano al momento una valida risposta delle Istituzioni ai cambiamenti climatici. Molti progressi sono stati fatti ma ci sono ancora numerosi ostacoli da affrontare. La conoscenza dei costi e dei benefici dell’adattamento è scarsa, non sistematica e distribuita in modo disomogeneo tra i settori e i paesi. La pianificazione soffre di incertezze sostanziali in termini di impatti precisi. Risulta anche difficile conciliare la natura bottom-up dell’adattamento con le strategie top-down della policy.
