#Terremoto, Ferrara si affida a ‘Clara’: tecnologie smart city per controllare il sottosuolo

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Ferrara laboratorio per lo sviluppo di tecnologie per la diagnostica non invasiva del sottosuolo, per la mitigazione del rischio sismico e la partecipazione dei cittadini alla messa in sicurezza della città.

Italia


Ferrara Smart City

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Aumentare la sicurezza dei cittadini e delle infrastrutture in area sismica è possibile, partendo proprio dal sottosuolo. Il progetto “Clara“, sviluppato dal Comune di Ferrata e dall’Università degli Studi di Ferrara, permette di monitorare costantemente ciò che accade sotto i nostri piedi, eseguendo quella che si può definire una tac tridimensionale di falda e faglia.

 

Grazie a una rete di sensori digitali interconnessi, collocati ad una profondità di circa mille metri, sarà possibile per i tecnici dell’amministrazione, dell’ateneo e del CNR, coadiuvati da colleghi di un gruppo di aziende partner, di studiare le aree più a rischio e approntare soluzioni innovative per la sicurezza degli abitanti, delle strade e degli edifici, soprattutto quelli di rilevanza architettonica e storica.

 

I cittadini avranno anch’essi un ruolo fondamentale, fa sapere l’assessore all’Ambiente del Comune, Rossella Zadro, perché potranno verificare in prima persona come le tecnologie diffuse concorrono a ridurre il rischio sismico: “Una smart city è tale se è in grado di migliorare la qualità della vita dei suoi abitanti e se i cittadini ne possono apprezzare i risultati“.

 

Il progetto “Clara“, acronimo di ‘Cloud Platform and smart underground imaging for natural risk assessment‘, entrato in graduatoria nel bando “Smart cities nazionali” del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR), potrà contare su una copertura di 20 milioni di euro e consentirà di ampliare le conoscenze del territorio e del sottosuolo da parte dell’Università, mappando la terra in profondità e sviluppando una ‘piattaforma di immagini del sottosuolo per i rischi naturali‘.

 

Nello specifico, si tratta di tecnologie per la tomografia in 3D e 4D che sarà applicata ai beni architettonici e monumentali cittadini, particolarmente vulnerabili in caso di calamità sismica, a cui si aggiungeranno i dati provenienti dai sensori a fibre ottiche e dai ‘Living Labs‘ nel centro storico.

 

Al progetto partecipano Hera, che dovrà concorrere finanziariamente  con 800mila euro, Tecnoin e Sinergis.

 

(F.F.)