Utopia smart city: alla Biennale di Venezia la cittadinanza è ecosistema interattivo ed etica della sostenibilità

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La Santa Sede chiama Studio Azzurro per il suo Padiglione a Venezia. Ambienti interattivi riproducono nuovi spazi d’esperienza sociale e comunicativa, di riconoscimento degli altri e dei beni comuni, gli stessi che danno vita al concetto di smart city.

Italia


Studio Azzurro

In una società pervasa dalle comunicazioni elettroniche, orientata  all’informazione e sempre più immersa nella rete, è inevitabile che anche l’arte cerchi di rappresentare l’ambiente urbano utilizzando i media e i supporti digitali come materia prima. Alla 55. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia di quest’anno, due sono gli elementi interessanti: la partecipazione del Vaticano, con il Padiglione Santa Sede, e la singolare sinergia della Chiesa con l’arte contemporanea di Studio Azzurro, Josef Koudelka e Lawrence Carrol.

 

Un confronto nuovo tra religione ed estetica dell’esistenza, che sempre più spesso è immaginata e rappresentata come espressione di cittadinanza. La gran parte degli esseri umani ormai vive in centri urbani (superato il 75%) e in futuro si raggiungeranno livelli prossimi all’85%.

 

La Sala della Santa Sede, grazie ad un allestimento interattivo e crossmediale, si è quindi presentata come quella più innovativa e ‘smart’, grazie ad istallazioni dall’alto valore sociale e comunicativo. Ambienti sensibili, in cui i visitatori hanno modo di elaborare informazioni di natura digitale ottenute dall’elevato scambio interattivo con le istallazioni. Nessuna esperienza individuale, ma collettiva, di cittadinanza, alimentata dal rapporto e confronto intenso con le altre persone, fisiche e im-mediate.

 

Esattamente ciò che ci accade in città, quotidianamente, e che esalta la nostra identità metropolitana di cittadini. Per sfruttare le informazioni che ci circondano bisogna innanzi tutto saperle riconoscere ed usare, trasformandole in comportamenti sani e servizi accessibili. Ai primi si arriva con l’educazione civica digitale, ai secondi con la Pubblica Amministrazione e le aziende.

 

Le aree urbane sono degli ecosistemi di cui noi tutti, stabilmente e temporaneamente, facciamo parte. I gesti, i modelli di comportamento, le conseguenze di ogni azione, hanno ripercussioni che vanno ben oltre la dimensione del singolo. Smart city significa prima di tutto ecosistema interattivo sostenuto da un’etica della sostenibilità molto sviluppata. Ogni gesto deve trovare equilibrio dinamico con l’ambiente in cui trova esecuzione e con i beni comuni che danno vita ad una smart city, per citare Luca De Biase.

 

Le istallazioni di Studio Azzurro per il Padiglione della Santa Sede, con l’opera “In principio (e poi)” (segmento del progetto “Genesi“), hanno dato vita ad un ambiente sensibile che affronta, attraverso narrazioni personali, il tema delle origini e del rapporto dell’uomo con lo spazio ed il tempo. In una luminescente oscurità, lo spettatore è chiamato a interpellare con la mano i Portatori di storie che la popolano, per ascoltare il racconto di una particolare creazione.

 

Interazioni e relazioni che “depositano le loro impronte come organismi di luce, rigenerando costantemente un cosmo da decifrare”. Un’opera di esperienza, come la definisce Studio Azzurro, dove voci, volti e gesti delle persone si ripercuotono continuamente nello spazio e lo spettatore è sollecitato a entrare in relazione con loro, superando la dimensione della rappresentazione per immergersi nel concetto di origine, rivitalizzandolo in quello di ecosistema, oppure estraendo forme, creature e suoni dai movimenti delle mani e dal linguaggio dei segni (anch’essi elementi ormai tipicamente urbani).

 

I visitatori, volenti o nolenti, sono spinti a partecipare all’esperienza, scambiando informazioni, interagendo e decifrando linguaggi, come in una città, qui rappresentata da una piattaforma user friendly. Cittadinanza sensibile di senseable city, quelle di Carlo Ratti e del MIT di Boston, anche pensata come ‘origine’ di ogni smart city. Un ambiente, infine, che riproduce le dinamiche cittadine della socialità, della cittadinanza attiva, del rapporto digitalizzato con il mondo dei servizi. Fattori tipici dei nuovi contesti urbani e dell’utopia smart city, dove alle sfide tecnologiche si aggiungono quelle sociali e ambientali.

 

(f.f.)