Smart Santander: più sensori digitali e nuove ‘city app’ per i cittadini

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Risparmi del 25% sui costi della corrente per uso pubblico e del 20% sulla raccolta dell’immondizia. Un grande risultato per Santander, grazie alle partnership con IBM e NEC, che fa leva sull’ICT e sulla partecipazione diretta dei cittadini

Spagna


Santander Smart City

Da sempre città con forte vocazione marittima, Santander punta di nuovo sul porto e sull’innovazione tecnologica per dare nuovo smalto al centro urbano e per proseguire sulla strada dello sviluppo sostenibile. Sono 12 mila i sensori digitali che innervano la città del Nord della Spagna, con la funzione di registrare dati relativi alla qualità dell’aria, allo stato del traffico, alle condizioni climatiche, al riciclo dei materiali di scarto e molto altro. Sensori nascosti sotto l’asfalto, nei lampioni in strada, sotto le pensiline alle fermate degli autobus, di modo che nessuno si accorga della loro presenza.

 

Neanche i delegati di Google, Microsoft e del Governo giapponese avevano capito inizialmente dove stavano questi sensori, durante la loro visita ufficiale. Diverse aziende e centri di ricerca hanno deciso di monitorare gli sviluppi del progetto Santander Smart City, soprattutto in relazione ai lavori del porto, per la realizzazione di banchine elettroniche, delle infrastrutture di attracco navi merci e passeggeri, con l’offerta in download, nei prossimi mesi, di una serie di applicazioni mobili dedicate al controllo del traffico, allo spostamento merci, alla qualità dell’ambiente, al livello di sicurezza e molto altro. Grazie alla grande diffusione di mobile device, come smartphone e tablet, anche i cittadini, oltre che i dipendenti del porto, possono contribuire ad alimentare il flusso di dati necessario alla nascita di nuovi servizi per la comunità.

 

Tra cui molte applicazioni in via di sviluppo per il monitoraggio dei cassonetti dell’immondizia, che permettono la comunicazione dei dati alla centrale e all’azienda preposta al loro svuotamento e trattamento, per il controllo modulare dell’illuminazione pubblica e la presenza di inquinanti nell’aria. Un’ampia gamma di soluzioni che sono ancora in fase di studio da parte di un gruppo di ricercatori, guidato da Luis Munoz, dell’Università della Cantabria. Santader è ormai considerata un prototipo di smart city ‘esportabile’ e molte municipalità d’Europa e del resto del mondo vengono periodicamente a far visita al primo cittadino Inigo de la Serna.

 

Il centro abitato di Santander conta circa 190 mila residenti, ma vive di diverse Università, di centri di ricerca, di un porto, una rete stradale ben sviluppata e un patrimonio storico -culturale molto importante, viste le sue origine romane. Tutto questo ha consentito all’amministrazione pubblica della provincia autonoma della Cantabria, di ottenere 11 milioni di euro di finanziamenti dalla Commissione europea per il progetto Santander Smart City. Oggi, la novità vera è la possibilità per i cittadini di accedere a tanti servizi pubblici direttamente dal proprio smartphone, per i trasporto pubblici (orari, biglietti), per il parcheggi, per l’infomobilità, per l’accesso al database dell’amministrazione pubblica, per pagare tasse e multe, per rinnovare licenze e molto altro.

Se qualcosa non va, se ci sono problemi di sicurezza, cattivo funzionamento di un servizio o criticità in strada (buche, perdite nella rete idrica, mancanza di luce, atti di vandalismo) basta utilizzare le mobile app messe a disposizione dal Comune, con rapido intervento degli adetti. In molti casi si possono inviare alla centrale operativa anche foto e video. Diverse le aziende coinvolte in questa grande piattaforma IT che è oggi Santander: IBM, NEC, Banco Santander, Microsoft.

 

In questo modo i cittadini, partecipando direttamente nell’amministrazione della città, possono risparmiare il 25% dei costi della luce elettrica e il 20% di quelli sull’immondizia. Un grande risultato in tempi di crisi: invece di tagliare sui servizi pubblici si cerca di estenderli, sfruttando ed ottimizzando le risorse disponibili.

(f.f.)