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Smart Mobility: sistemi ITS per ridurre CO2 e tempi di percorrenza in macchina

Gran Bretagna


I sistemi di trasporto intelligenti (ITS) consentono oggi di risolvere in maniera consistente il problema del traffico e dell’inquinamento, utilizzando nuove soluzioni di intermodalità e interoperabilità dei mezzi di trasporto basate su piattaforme ICT e di rete mobile. In Italia, da febbraio, il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha definito le linee guida per la diffusione di tecnologie ITS tramite decreto che prevede l’istituzione di un ‘Comitato di coordinamento delle iniziative dedicate ai sistemi ITS (ComITS)’, che dovrà esprimersi sui diversi progetti di settore che hanno fatto richiesta di finanziamenti pubblici.

 

Più della metà dei progetti Smart city presentati in Europa riguarda il mondo dei trasporti, con iniziative di mobilità elettrica e sostenibile in ambito urbano. Secondo uno studio di Pike Research, il mercato delle tecnologie e dei servizi ITS sarà pari a 20 miliardi di euro nel 2020. Lo conferma un recente studio condotto in Gran Bretagna, dalla Oxford University e da InnovITS, con cui si dimostra che un utilizzo diffuso di soluzioni di trasporto intelligente consentirebbe un riduzione di emissioni di anidride carbonica (CO2) di almeno il 30% e una diminuzione del tempo passato in automobile di circa il 15%.

 

Vale la pena ricordare che quest’anno, secondo i dati del nuovo studio Climate Nexus, per la prima volta nella storia, ci apprestiamo a superare la soglia di delle 400 ppm di concentrazione di CO2 nell’aria.

 

Servono quindi risultati concreti, ulteriormente migliorabili, per l’ecosistema urbano, da raggiungere valorizzando tre fattori: acquisizione, elaborazione e diffusione delle informazioni e integrazione delle stesse. Una serie di servizi multipiattaforma che consentono di avere informazioni online e real-time sulle correnti condizioni del traffico, su rete stradale o autostradale, e per programmare un viaggio, fornendo strumenti che permettono a alle autorità, agli operatori e ai singoli viaggiatori di avere migliori informazioni, per prendere così decisioni “intelligenti”.

 

Lo studio del professor Martino Tran, ‘Impact Study on Intelligent Mobility‘, condotto su 1400 applicazioni ITS in giro per le città europee (ma anche nordamericane, africane e asiatiche), ha calcolato che entro il 2017 il valore del mercato eMobility sarà pari a circa 105 miliardi di euro, solo per l’Unione europea. Grazie all’utilizzo massiccio di sensori digitali in rete, su strade urbane, extraurbane e autostrade, si potrebbero raccogliere una grande quantità di dati utili alla gestione ottimale del traffico, alla scelta di quale mezzo prendere per raggiungere una destinazione nel minor tempo possibile, in condizioni di sicurezza e in piena sostenibilità ambientale.

 

In tal senso, le nuove soluzioni ITS, suggeriscono anche una nuova disposizione della segnaletica, un utilizzo evoluto dei semafori e una diversa architettura stradale nel suo insieme, più orientata ai mezzi pubblici a zero emissioni, elettrici, ibridi e/o alimentati con risorse alternative (tra cui l’idrogeno). La possibilità di contare su Open Data, inoltre, integrati alla rete mobile, al satellite e a internet, consente infine di ridurre i tempi di percorrenza in automobile, di risparmiare carburante e/o energia elettrica e in definitiva di inquinare meno, migliorando la qualità della vita dei cittadini nel suo insieme.

 

Nel nostro caso, il ministero dei Trasporto ha previsto nel decreto di febbraio la costituzione di una piattaforma telematica nazionale, utile anche per attività di formazione volte alla creazione di figure professionali incaricate della progettazione, della gestione e della manutenzione degli ITS; l’introduzione di un modello di classificazione delle strade anche in base alle tecnologie e ai servizi ITS presenti; il migliore utilizzo delle tecnologie di bordo dei veicoli in modo da agevolare la comunicazione V2V (veicolo-veicolo) e V2I (veicolo-infrastruttura); la costituzione di un database riportante i benefici ottenuti dalle diverse utenze grazie all’utilizzo delle applicazioni ITS; l’integrazione e la cooperazione applicativa delle piattaforme afferenti al trasporto delle merci; l’utilizzo dei sistemi satellitari EGNOS e GALILEO per i servizi di navigazione satellitare di supporto al trasporto delle persone e delle merci; lo sviluppo del sistema di trasmissione delle chiamate di emergenza da veicoli previsto dall’Unione europea (eCall).

(f.f.)

 

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