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Costituito un board di esperti per Londra Smart City: dovranno valutare i progetti e seguirne la realizzazione

Gran Bretagna


È stato lo stesso sindaco di Londra, Boris Johnson, ad annunciare la nascita del comitato di esperti con il compito di valutare e seguire i progetti selezionati per Londra Smart City. Sedici personalità accademiche che aiuteranno l’amministrazione cittadina ad individuare le criticità della grande metropoli inglese e le soluzioni più idonee per intervenire.

 

Lo ‘Smart London Board ‘dovrà quindi presiedere il grande processo di trasformazione e di innovazione della città, controllando la qualità dei progetti e degli interventi, la loro esecuzione e il livello di impatto sull’area metropolitana. L’obiettivo dichiarato è mantenere la posizione di eccellenza che Londra si è guadagnata negli anni a livello globale, in molti settori, tra cui l’innovazione tecnologica, la qualità della vita, la vivibilità della città, i trasporti e l’offerta di servizi avanzati ai cittadini.

 

I sedici componenti del board sono: David Gann, responsabile innovazione all’Imperial College, Ricky Burdett, docente alla LSE, Alan Penn, professore urban computing  all’UCL, Andy Hudson-Smith, direttore del centro CASA all’UCL, John Polak, presidente CTS all’Imperial, Paul Clarke del DirectGov, Joanna Shields della Tech City Investment Organisation, Christophe Williams del Naked Energy, Chris Thorpe, Mike Butcher di TechCrunch Europe e TechHub London, Martin Curley, vice presidente Intel, Paul Maher, CEO Siemens NW Europe, Volker Buscher di Arup, Gavin Starks, CEO di Open Data Institute, Naveed Sultan di Citi Transaction Services, Ian Short dell’Institute for Sustainability.

Tra i grandi assenti c’è sicuramente Cisco, che non figura tra i membri del board, nonostante i diversi progetti di smart city che ha presentato e segue nella grande città britannica.

 

Londra è stata inoltre scelta per ospitare il ‘Catapult Centre‘, da cui il Technology Strategy Board nazionale guiderà la strategia per l’innovazione e lo sviluppo delle smart city del Regno Unito. Il Centro, secondo fonti governative, sarà finanziato subito con 50 milioni di sterline. La struttura sarà attiva entro la fine dell’anno in corso e nei prossimi anni potrebbe aumentare le risorse finanziarie a disposizione fino a 150 milioni di sterline, grazie agli investimenti privati.

 

Gli esperti lavoreranno a stretto contatto con la Greater London Authority, ente nato per migliorare il coordinamento tra i distretti della città e i vertici dell’amministrazione pubblica, quindi il sindaco e l’assemblea (London Assembly). In un comunicato stampa dedicato alla nomina dei 16 saggi, il GLA ha affermato che “l’iniziativa va nella direzione già segnata di rafforzare le funzioni di raccordo tra i soggetti coinvolti nel processo di governo e innovazione della città, basata sullo scambio e i rapporti tra settori finanziari, produttivi, associativi e culturali“. Settori che poi traducono i diversi progetti lanciati negli anni, ad esempio per l’educazione, la sanità, i trasporti e l’energia, in servizi ai cittadini.

 

La capitale del Regno Unito è da tutti considerata tra le prime dieci Smart city al mondo, proprio grazie agli investimenti effettuati negli anni nei settori sopra evidenziati, frutto di un’intesa intelligente tra mondo delle aziende, amministrazione pubblica e centri di ricerca. A riguardo sono in molti a guardare con grande interesse alla nascita e allo sviluppo della East London Tech City, il grande hub tecnologico ed innovativo in cui lavorano grandi imprese del calibro di Google, Facebook, Intel, Cisco, Vodafone, solo per citarne alcune.

 

Il Governo britannico crede fermamente che il mercato delle Smart city globali, entro il 2013, varrà almeno 200 miliardi di sterline.

(f.f.)

 

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