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Capitali europee partner del piano ‘Europa 2020’: Smart city alla base della crescita sociale ed economica

Europa


Parigi, Berlino, Roma, Londra, Madrid, Vienna, Praga, Copenhagen, Varsavia, Oslo, Stoccolma, città che hanno riempito le pagine di secoli di storia, vogliono tornare ancora una volta protagoniste di una grande svolta. I sindaci delle capitali d’Europa hanno sottoscritto, ieri a Bruxelles, un documento di collaborazione a sostegno degli obiettivi previsti dalla strategia “Europa 2020“.

 

Il piano decennale per la crescita e lo sviluppo dell’Unione europea ha individuato come settori d’intervento principali: l’occupazione, l’istruzione, la ricerca e l’innovazione, l’integrazione sociale e la riduzione della povertà, il clima e l’energia. Europa 2020 avrà successo solo con un’azione determinata e mirata a livello europeo, nazionale e locale. A livello UE si stanno prendendo decisioni fondamentali per completare il mercato unico nei settori dei servizi, dell’energia e dei prodotti digitali e per investire in collegamenti transfrontalieri essenziali. In una dimensione nazionale occorre rimuovere molti ostacoli alla concorrenza e alla creazione di posti di lavoro. Ma solo se gli sforzi saranno combinati e coordinati con le grandi città di ogni Paese partner, dove andrà a concentrarsi la maggioranza della popolazione, si avrà un impatto forte sulla crescita e l’occupazione.

 

Le città d’Europa rappresentano l’identità nazionale e comunitaria, ma allo stesso tempo si propongono come motori per la crescita economica, culturale e sociale per uscire dalla crisi economica e finanziaria. Per questo i primi cittadini di ognuna delle metropoli firmatarie del documento d’intenti, hanno deciso di chiedere alla Commissione europea di istaurare un dialogo continuo e diretto con le amministrazioni pubbliche locali.

Gli obiettivi della strategia Europa 2020 – si legge nel comunicato ufficiale firmato da 28 sindaci – non possono essere raggiunti senza il nostro diretto coinvolgimento. Le capitali europee sono dei driver di crescita economica e sociale, nonché di innovazione, fornendo spesso le basi per lo sviluppo culturale e scientifico, di singoli e comunità, grazie alla rete di università, centri di ricerca e scuole“.

 

Ma le città devono anche proporsi come spazi di sostenibilità ambientale, in cui le tecnologie dell’informazione e della comunicazione svolgono un ruolo centrale nell’efficienza energetica, nella riduzione dei consumi, nell’ottimizzazione delle risorse disponibili, nella diminuzione dell’impatto delle attività umane sull’ambiente e nell’abbattimento della CO2 e a di tutti gli inquinanti. La Green ICT avrà un posto di tutto rilievo nelle economie urbane, nel miglioramento della qualità della vita dei cittadini, nella nascita delle Smart city e delle Smart community.

 

Tra i punti qualificanti del memorandum, ci sono: l’appoggio ad un approccio integrato da parte della Commissione alle grandi sfide economiche, ambientali, sociali, culturali e demografiche che attendono le città nei prossimi 10 anni e oltre; il sostegno alle future politiche europee in materia di trasporti intelligenti, difesa dell’ambiente, incentivi alle imprese e all’occupazione, investimenti nella ricerca sui cambiamenti climatici, lotta alla povertà, maggiore inclusione sociale, attuazione dell’Agenda Digitale; un maggiore coordinamento tra le pubbliche amministrazioni locali e le attività della DG Regional & Urban Policy; apertura della Commissione europea alle istanze provenienti dai territori urbani dell’Unione e ampliamento delle deleghe alle città nei settori sopra citati per meglio intervenire nei campi più critici; più ricerca e investimenti a favore dell’efficienza energetica, delle fonti rinnovabili, dell’occupazione giovanile, dell’innovazione tecnologica e delle piccole e medie imprese.

 

La realizzazione di Europa 2020 dipende in misura determinante dalle strutture e dai processi di governance che l’UE ha cominciato a introdurre dal 2010. Il nuovo documento firmato dai sindaci delle maggiori città dell’Unione non fa che rendere ancora più efficace tale strategia, inserendosi direttamente nel meccanismo del semestre europeo, un ciclo annuale di coordinamento economico che comporta indirizzi politici impartiti a livello UE dalla Commissione europea e dal Consiglio.

 (f.f.)

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