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Bari hub del Mediterraneo per creatività e innovazione: assegnati dalla Regione Puglia 1,6 miliardi di euro

Italia


Lo aveva promesso il sindaco della città, Michele Emiliano, e ora, grazie al ‘Patto per Bari‘, siglato giovedì scorso con il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, il capoluogo pugliese da realmente inizio al suo percorso per trasformarsi in Smart City. Tanti gli interventi previsti per un valore di 1,6 miliardi di euro che saranno assegnati alla città anticipando la programmazione 2014 – 2020: superamento del digital divide, innovazione sociale sfruttando l’ICT, alfabetizzazione informatica per le fasce più anziane, miglioramento della vivibilità del centro urbano, introduzione programmata di veicoli elettrici, sblocco della Caserma Rossani destinata a divenire un centro polifunzionale per arte e cultura, realizzazione del “Miglio dei Teatri” (Piccinni, Margherita, Kursaal, Petruzzelli), apertura dell’Officina degli Esordi, incubatore di giovani talenti, e numerosi interventi infrastrutturali di primaria importanza per tlc, comunicazioni digitali, viabilità e accesso al mare.

 

Questi sono solo alcuni degli interventi riassunti durante l’incontro al Palazzo della Regione, alla presenza degli assessori Guglielmo Minervini e Nicola Fratoianni, rispettivamente ai Trasporti e infrastrutture strategiche e alle Politiche giovanili, e al capo di gabinetto del presidente della Regione, Davide Pellegrino. “Si tratta – ha spiegato Vendola – di somme destinate, in parte, a cantieri già completati e, in gran parte, a cantieri che si apriranno nei prossimi mesi, così che nel giro di pochi anni Bari conoscerà la più importante esperienza di cantierizzazione di tutto ciò che ricuce l’unità della città, abbattendo fattori di spreco e diseconomie e rendendo questa città molto più bella di quanto già oggi non sia“.

 

Il Patto, ha sottolineato Emiliano, “è il più grande investimento progettato per la città, è un intervento che spazia dalla mobilità, ai servizi sociali, alla cultura. L’accordo – ha promesso il sindaco – cambierà il volto di Bari e la lancerà verso il futuro“. Ha inoltre auspicato: “mi auguro che tra dieci anni i sindaci che verranno troveranno una città non separata dai binari, non con l’idea che i cancelli e i poliziotti risolvano problemi di ordine pubblico, ma con la certezza che la cultura produce reddito e promuove il turismo. La città di Bari – ha aggiunto il primo cittadino – non si può governare solo da corso Vittorio Emanuele, la città deve essere governata da un insieme di ragionamenti che trovano nella Regione Puglia il loro approdo fondamentale“.

 

La città di Bari potrebbe risultare un laboratorio molto interessante per lo sviluppo del network Smart City Italia, con i suoi 350 mila abitanti residenti, 24 mila imprese attive e la presenza di strutture importanti per la cultura e la formazione, con l’Università e il Politecnico in prima fila. Bari è stata scelta, si legge in una nota della Regione, perché per prima ha avviato un percorso di grande trasformazione, puntando a divenire hub del Mediterraneo per l’innovazione e la sostenibilità. Diversi i piani di azioni per l’energia sostenibile presentati nei mesi scorsi, con l’obiettivo di migliorare decisamente la qualità dell’aria e dell’ambiente in cui i cittadini vivono e si muovono. Per tali obiettivi è nata anche l’associazione Bari Smart City, con il compito di coordinare e promuovere i progetti sul tavolo e la partecipazione di cittadini, organizzazioni e aziende allo sviluppo di un nuovo modello urbano di crescita più sostenibile.

 

Bari si candida seriamente, in tal modo, a città di cultura e d’innovazione, più inclusiva, orientata alla creatività e alle nuove tecnologie e le infrastrutture di rete per i trasporti, l’energia, le comunicazioni digitali e l’accesso al mare. Il Patto per Bari, a quanto pare, non è solo un buon investimento per la città portuale, ma per la regione tutta, perché l’accordo prevede a caduta una serie di interventi estesi anche alle restanti città pugliesi medie e grandi, destinati a migliorare lo stato dell’ambiente, all’equità sociale, alla capacità di generare e conservare buona occupazione e al miglioramento della qualità della vita. Un percorso collettivo, da avviare con i cittadini e le associazioni sul territorio, per diffondere cultura dell’innovazione e dell’inclusione nel Mediterraneo del terzo millennio .

(f.f.)

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