Smart meter: aumenta la domanda globale del 127%, l’Europa si adegua alla crisi e l’Australia investe in 4G metering networks

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Crescono in tutto il mondo le nuove infrastrutture di contatori avanzati (AMI), più investimenti in banda larga di quarta generazione e fibra ottica

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Smart Meter

La diffusione globale del contatore intelligente, o smart meter, continua senza sosta in tutto il mondo, con particolare evidenza nel grande continente asiatico e nell’area del Pacifico. Nel terzo trimestre di quest’anno, i dati pubblicati da IDC registrano un’impennata della domanda mondiale del 126,9%, su base annua, e del 58,6% rispetto al trimestre precedente.

 

La crescita è stata osservata in tutti i Paesi del mondo, si legge nel nuovo Rapporto “Worldwide quarterly smart meter tracker” di International Data Corporation, ma a seconda di come e quanto la crisi economica ha colpito i dati variano sostanzialmente. L’intera area del Pacifico e dell’Asia viaggia ad un tasso di crescita strepitoso del 516%, sull’anno passato, e del 143%, sul secondo trimestre del 2012. Ovviamente, è la Cina a trainare il settore, con brillanti risultati anche in Australia, Giappone e Corea del Sud, grazie al lancio di piani governativi per la diffusione in tutto il territorio di contatori intelligenti di nuova generazione e di infrastrutture di contatori avanzati (Advanced Metering Infrastructure – AMI).

 

Diversamente, l’Europa sembra scontare la congiuntura economica e finanziaria assolutamente negativa degli ultimi anni, con un ritardo nell’attuazione dei piani dell’Unione per l’implementazione delle AMI in tutti i Paesi membri. Per il terzo trimestre 2012, il tasso di crescita è stato dell’8,5% rispetto al periodo di rilevamento precedente e del 54,5% sul 2011. Risultati ben al di sotto delle attese e che necessitano di una riflessione da parte di Bruxelles, soprattutto per un immediato rilancio degli investimenti e un recupero di fiducia delle aziende. Secondo le ultime stime IDC, in Europa non ci saranno significativi aumenti di domanda di smart meter fino al 2014.

 

Uno shift che preoccupa, anche da un punto di vista competitivo, oltre che di qualità del servizio al consumatore, perché l’innovazione tecnologica viaggia a grandi velocità lì dove ci sono strategie chiare e investimenti sicuri. In termini tecnici, così inizia la Raccomandazione della Commissione Europea sui preparativi per l’introduzione dei sistemi di misurazione intelligenti (9 marzo 2012): “Le reti intelligenti segnano una svolta in direzione di una maggiore responsabilizzazione del consumatore, una maggiore integrazione delle fonti energetiche rinnovabili nella rete e un’accresciuta efficienza energetica, oltre a recare un contributo significativo alla riduzione delle emissioni di gas a effetto serra, all’occupazione e allo sviluppo tecnologico nell’Unione europea“. Al momento, l’Ue si attende entro il 2020 che almeno l’80% dei cittadini siano serviti da infrastrutture smart metering, quindi 240 milioni di contatori da montare per un costo totale di oltre 80 miliardi di euro (dati Pike Research).

 

Secondo IDC, le forniture di tecnologe mobile AMI, in Europa e Nord America, cresceranno del 17% entro il 2016, contro l’attuale 8% di richieste in più rispetto il 2011. Prospettive di ripresa che al momento sembrano difficili da valutare, almeno per alcuni Paesi dell’Unione che più di altri soffrono un grave stato di crisi economica, particolarmente aggravata nell’area meridionale del continente. E che certamente appaiono molto più limitate se confrontate con quanto accade ad esempio in Cina ed Australia. La prima nazione, infatti, è alle prese con un mastodontico piano di diffusione di infrastrutture per smart metering basate su rete mobile, la seconda, invece, con un altrettanto imponente utilizzo di reti PLC (Power Line Communications) a band larga, sia fissa che mobile, che a seconda del territorio integra network 3G-4G e fibra ottica del tipo FTTP (fiber-to-the-premises), come previsto dall’ Australian National Broadband Network.

(f.f.)