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Social innovation: la cittadinanza europea nasce nelle scuole, al via nuovo progetto eTwinning

Europa


Il 2013 sarà l’anno europeo dei cittadini, come deciso nei giorni scorsi dal Parlamento e dal Consiglio europei. Tra le diverse iniziative messe in campo c’è anche quella di eTwinning, che presenta “Siamo noi l’Europa: partecipiamo!“. Un progetto, ideato dalla più importante piattaforma europea di elearning, teso a sviluppare una serie di guide per le attività multidisciplinari da portare avanti nelle scuole d’Europa durante il prossimo anno, con focus sulla cittadinanza europea. Un percorso per l’innovazione sociale che parte dalle scuole di ogni ordine e grado e che può sfruttare un kit di progetti finalizzati a stimolare la consapevolezza e incoraggiare la riflessione su cosa significa essere cittadini europei, vivere e apprezzare l’esperienza multiculturale dell’Europa di oggi. Un’iniziativa, si legge sul sito di eTwinning, particolarmente pertinente al tema dell’Anno Europeo 2013 e da utilizzare anche in chiave di candidatura allo Europaeischer-Wettbewerb, concorso per progetti di cittadinanza europea.

 

Obiettivo essenziale del lavoro è rafforzare la consapevolezza degli studenti su una serie di aspetti civici e culturali, sulla base di alcune competenze chiave: conoscenze avanzate di comunicazione, acquisizione della lingua, competenze nelle tecnologie della comunicazione, interculturali e sociali, legate alla creatività. Per ogni fascia di età è stata elaborata una specifica ‘guida’ da sviluppare: dai 6 ai 9 anni, il lavoro è incentrato sulla comprensione di “similitudini e differenza” fra i cittadini europei, realizzando video sequenze, fumetti o fotostorie sulle situazioni quotidiane e sulla soluzione dei problemi; dai 10 ai 13, si esplora il concetto di “vicinato”, di nazioni confinanti e infine di Unione europea; dai 14 ai 16, si introduce il concetto di “cittadinanza” con valori democratici, indicatori delle opportunità di partecipare alla vita democratica nella comunità locale; dai 17 ai 21, infine, si incoraggia gli studenti a osservare la propria “città”, stabilire se i cittadini sono in grado di soddisfare i propri bisogni, ed effettueranno delle ricerche sul concetto di città nel passato. In tale guida, i ragazzi impareranno a conoscere i diversi concetti di città (città didattiche, città-lente, città dei bambini) e i diversi esperimenti sociali, come sono stati presentati nella tradizione filosofica, nella letteratura, al cinema e in altri campi, per definire il progetto di quella che si ritiene sarà la città o la società futura.

 

Il rapporto tra il mondo dell’innovazione e la scuola è assolutamente funzionale allo sviluppo di una società avanzata ed in grado di affrontare le sfide difficili del futuro. Parlare di smart city senza confrontarsi sul significato di smart community non ha senso e l’impegno delle istituzioni europee può far molto nel sopperire le mancanze e le lacune dei singoli Stati, tra cui l’Italia. Per immaginare una città diversa, più vicina alle esigenze quotidiane dei suoi cittadini, in grado di offrire servizi di nuova generazione, progettata per un livello più alto di vivibilità, sostenibilità ambientale e qualità della vita, bisogna partire della scuola, che è in fin dei conti il cuore della nostra comunità e delle famiglie stesse.

 

eTwinnings serve anche questo, nel suo continuo lavoro di stimolo di nuove pratiche educative e di diffusione della conoscenza sfruttando la rete e le tecnologie digitali, come dimostrano i due premi ricevuti durante i recenti MEDEA Awards consegnati a Bruxelles per i progetti: “And the Oscar goes to…” e “Schoolovision“.  Il primo, realizzato in una scuola in Grecia, incorpora la narrazione cinematografica nella pratica didattica quotidiana di materie come le lingue straniere, la matematica, gli studi sociali e scientifici, l’arte, l’inglese e le TIC, e può essere applicato ad attività come la prevenzione e la gestione del bullismo. Il secondo, invece, frutto di una collaborazione scolastica anglo-tedesca, ha coinvolto quasi 1000 alunni in 38 scuole, di altrettante nazioni diverse, e prevede che ogni partner scelga, registri e carichi il video di una canzone prodotta dalla classe sulla scorta del concorso Eurovisione. Dopo quattro anni di Schoolovision sono stati caricati online più di 100 video.

(f.f.)

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