Global City Report 2012: Milano città più creativa d’Europa, ma italiane indietro per sostenibilità, inclusione ed innovazione

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Cristina Tajani, ‘Siamo convinti che le Smart city, che vedono le tecnologie al servizio anche dell’integrazione, possano essere un tassello importante di una politica più ampia e completa a favore dell’inclusione sociale’

Italia


Global City

Con la progressiva crescita delle aree metropolitane in tutto il pianeta, si rende necessaria un’approfondita riflessione sul concetto di città. Entro il 2015 il 70%, forse l’80%, della popolazione mondiale si riverserà nei centri cittadini, obbligando le amministrazioni pubbliche ed i Governi a pensare fin da subito in che modo immaginare ed attuare nuovi progetti finalizzati alla realizzazione di ambienti urbani che consentano a centinaia di milioni di persone di vivere in maniera diversa l’attuale, caotica, quotidianità delle città di tutto il mondo.

 

Per questo negli ultimi mesi si fa più forte l’interesse di decisori politici, aziende e comuni cittadini verso l’argomento ‘Smart city’: una nuova idea di metropoli che investe nel capitale umano e sociale, nei processi di partecipazione, nell’istruzione, nella cultura, nelle infrastrutture per le nuove comunicazioni e in numerosi altri ambiti (mobilità, energia, ambiente), alimentando uno sviluppo economico sostenibile, garantendo un’alta qualità della vita e prevedendo una gestione responsabile delle risorse naturali e sociali, attraverso una governance partecipata.

 

Le sfide sono tante e le variabili in gioco nella definizione di città intelligente sono sia materiali che immateriali, nonché quantitative e qualitative, in quanto ad essere presi in considerazione sono tutti i parametri del quotidiano: dalle relazioni sociali alle comunicazioni digitali, dai sistemi di controllo applicati a più ambiti alla sicurezza all’efficienza energetica, dalla qualità dell’aria alla sanità elettronica, dalle tecnologie verdi alla comunicazione Machine to Machine, dalla smart mobility alle smart community.

 

E proprio le persone possono e devono fare la differenza, cominciando ad immaginare nuove forme di partecipazione pubblica al processo di cambiamento, chiedendo inclusione e dando spazio alla fantasia ed alla creatività come strumenti da affiancare all’innovazione tecnologica e alle strategie istituzionali ed aziendali. Un tema su cui spesso non ci si sofferma abbastanza e che invece dovrebbe guadagnare maggiori spazi nei confronti dedicati alle smart cities.

 

Gli italiani sono da sempre considerati un popolo dotato di forte creatività e capacità di adattamento ai cambiamenti, fattori che potrebbero giocare un ruolo decisivo nello sviluppo delle città intelligenti e delle smart communities anche da noi. Non è un caso, forse, che il nuovo Global City Report 2012, realizzato da Scenari Immobiliari e Generali Immobiliare Italia, e presentato ieri nel capoluogo lombardo, metta Milano in cima alla classifica delle città ‘più creative’ d’Europa.

 

Un riconoscimento importante, soprattutto legato al mondo del design, della moda e dei media, ma che sottolinea indirettamente la necessità di una maggiore attenzione all’ambito del sociale, della sostenibilità e dell’innovazione tecnologica applicata in più campi. Come ha dichiarato Cristina Tajani, assessore alle Politiche per il Lavoro, Sviluppo economico, Università e Ricerca del Comune di Milano: “Siamo contenti del primato che pone Milano al vertice europeo per la creatività, ma Milano non può essere prima solo nel campo della moda, del design e della musica […] Dobbiamo lavorare affinché la nostra città possa risalire la classifica anche sull’inclusione sociale. In questo senso siamo convinti che le Smart city, che vedono le tecnologie al servizio anche dell’integrazione, possano essere un tassello importante di una politica più ampia e completa a favore dell’inclusione sociale“. Un atteggiamento dell’amministrazione pubblica che lascia ben sperare per il futuro del progetto Milano Smart City, che comunque si evolve e riesce a coinvolgere nuovi attori del tessuto economico e sociale della città, ad esempio, con il lancio e “la selezione dei 15 progetti proposti dal mondo culturale e imprenditoriale milanese che parteciperanno al Bando ‘Smart Cities And Communities And Social Innovation’ del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca“.

 

Il Rapporto, giunto alla quinta edizione, ha lo scopo di analizzare l’evoluzione delle principali città europee e di individuare quelle che hanno raggiunto il livello più elevato d’innovazione, intesa non solo come sviluppo tecnologico e capacità di attirare talenti ma anche, e soprattutto, come capacità di generare creatività, cultura, capitale umano e relazioni economiche e sociali. Guardando la classifica, si vede che Londra si conferma la metropoli più globale ed inclusiva, con una forte influenza economica a livello europeo e mondiale, Parigi eccelle nella cultura e non sfigura per l’innovazione tecnologica e la creatività, mentre le città scandinave e nordeuropee primeggiano nel digitale e nella sostenibilità. Le città italiane, purtroppo, si confermano arretrate rispetto alle metropoli europee sotto il profilo tecnologico e, soprattutto, ambientale, frenate da una politica economica e sociale non sempre adeguata, ma anche da un atteggiamento culturale inadeguato ad affrontare i rapidi cambiamenti che l’evoluzione della società impone.

 

Maggiori criticità riguardano Roma (terza per offerta culturale e quarta per creatività), che si rivela una città ricca di progettualità, ma che fatica a realizzare le trasformazioni previste. Rispetto a Milano, che già da qualche anno sta trasformando il proprio volto, la Capitale si muove più lentamente, secondo lo studio penalizzata anche dalla mancata candidatura alle olimpiadi 2020.

 

Se rimane ancora difficile definire in maniera univoca il concetto di città intelligente e di nuova generazione, di base possiamo comunque essere d’accordo con le conclusioni del Rapporto sulla necessità di “operare in modo interdisciplinare per rispondere alle nuove esigenze dei cittadini e per dar vita ad  una nuova realtà sociale“. Una nuova progettualità basata sulla “condivisione di valori economici ed etici e su una democrazia partecipata, attenta agli aspetti ambientali, abituata al cambiamento delle regole e capace di impiegare le innovazioni tecnologiche offerte dalla scienza e dall’ingegneria“.

(f.f.)