Fondo per la crescita sostenibile: il Decreto arriva in Conferenza Stato-Regioni. In linea con la UE, spazio a ricerca, start-up e Smart City

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Il MIUR avvia, intanto, consultazione pubblica ‘Horizon 2020 Italy’.

Italia


Horizon 2020

Seicento milioni di euro per il 2012, ai quali si aggiungeranno altri 200 milioni nei prossimi anni e le risorse, circa 1,2 miliardi, del Fondo istituito presso la Cassa depositi e prestiti, destinati solo ai finanziamenti agevolati.  Obiettivi? Industrializzazione, start-up innovative e ricerca.

E’ questa la dotazione del Fondo per la crescita sostenibile – che ingloba ciò che resta degli incentivi nazionali alle imprese in un unico fondo – così come stabilito dalla bozza del Decreto attuativo del ministero dello Sviluppo economico di concerto con quello dell’Economia.

La bozza è adesso in Conferenza Stato-Regioni, ultimo passaggio prima della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.

 

Il DM è articolato in sei Titoli:

  1. Disposizioni generali
  2. Ricerca e sviluppo
  3. Struttura produttiva del Paese
  4. Internazionalizzazione
  5. Progetti speciali
  6. Modalità attuative

 

La missione del Fondo è perfettamente in linea con gli obiettivi di Horizon 2020, l’ambizioso progetto della Commissione europea per avviare il mercato unico digitale, rilanciare e sostenere l’industria dell’innovazione tecnologica, e informatizzare tutti servizi amministrativi.

Il Decreto, in linea con il Piano Horizon 2020 e l’Agenda digitale italiana, approvata la scorsa settimana, garantisce ampio spazio alle start-up innovative, prevedendo una serie di agevolazioni anche attraverso strumenti di equity e incubatori di impresa costituiti da organismi o centri di ricerca, selezionati dal MiSE.

Tra le priorità si segnalano anche le smart city, con interventi che vanno dalla salute alla sicurezza, ai sistemi energetici sostenibili alla diffusione di eco-trasporti.

 

ICT, nanotecnologie, biotecnologie, considerate fondamentali per il mercato europeo dal Piano Horizon 2020, sono le aree individuate dal DM alle quali dovranno indirizzarsi i progetti di ricerca e sviluppo.

 

E poi grande importanza per i Programmi di investimento destinati a incrementare la produttività e a sostenere e riqualificare zone a rischio di deindustrializzazione.

Particolare attenzione alle regioni della Convergenza (Campania, Puglia, Calabria, Sicilia), in modo da favorire la nuova occupazione o garantire quella già esistente.

 

Ieri intanto il Ministro della Ricerca, Francesco Profumo, ha avviato una nuova consultazione pubblica online, finalizzata a raccogliere idee e proposte per contribuire all’elaborazione, entro la fine dell’anno, di “Horizon 2020 Italy“.

“Il questionario –  spiega il Ministro -, articolato in 36 domande, è rivolto a tutti coloro che hanno a cuore i sistemi della ricerca e dell’innovazione nel nostro Paese”.

 

L’Italia, ricorda il MIUR, contribuisce alla ricerca comunitaria con una quota di quasi il 14% del totale (quota calcolata sulla base del PIL del Paese e della sua dimensione), mentre i finanziamenti comunitari che affluiscono al sistema italiano della ricerca rappresentano circa l’8,5% del totale. Queste percentuali, tradotte in euro, significano una mancata entrata di 470 milioni annui, un impatto divenuto ormai incompatibile con la sostenibilità del sistema e, soprattutto, con la sua competitività in prospettiva.

 

Da qui, spiega il MIUR, nasce la necessità di introdurre “più Europa” nel Sistema Italiano della Ricerca e dell’Innovazione, di sintonizzare e sincronizzare la nostra programmazione, i nostri meccanismi e i nostri strumenti con quelli europei.

 

 “Horizon 2020 Italy” è il primo tentativo di fornire alle istituzioni e alle persone che fanno o finanziano ricerca e innovazione nelle università, nell’industria e nelle amministrazioni pubbliche un quadro strategico di riferimento per gli anni da qui al 2020.

Per la prima volta, inoltre, la formazione delle priorità di questo quadro strategico non avviene in un ambito ristretto e centralizzato, ma inizia da un processo condiviso con tutti i portatori d’interesse, attraverso una consultazione pubblica.