Smart City: gli italiani spendono il 25% del tempo in più rispetto agli altri europei per burocrazia e servizi. Quali soluzioni?

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Al Forum Ambrosetti (7-9 settembre, Cernobbio), Lorenzo Fiori (Finmeccanica) e Barbara Frei (Abb) presenteranno i risultati delle ricerche in tema di smart city applicate alla realtà territoriale italiana.

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Sarà essenzialmente incentrata sulla smart economy – smart mobility, smart city, smart society… –  la 38a Edizione del Forum Ambrosetti, che si terrà dal 7 al 9 settembre a Cernobbio, di cui “L’Impresa”, il mensile di management del Gruppo 24Ore, fornisce qualche anticipazione.

L’economista Nouriel Roubini, che tutti ricorderanno per aver previsto la crisi del mercato immobiliare americano e la conseguente recessione mondiale nel 2008, spiega quali sono le condizioni che possono scatenare o prevenire la “tempesta perfetta” prevista per il 2013.

Roubini sottolinea come la situazione del 2012 si duplicherà nel 2013 e non vede ancora un’uscita dal tunnel. Soprattutto ritiene con tutta probabilità che la Grecia uscirà dall’euro nei prossimi 12-18 mesi.

 

Sul fronte innovazione, Lim Chuan Poh, Chairman della Agency for Science, Technology and Research (Astar) di Singapore, e David Gann, Chair in Technology and Innovation mangement all’Imperial College Business School di Londra, raccontano i motivi per cui le tecnologie nei prossimi 5-10 anni avranno un impatto critico sul futuro dello sviluppo globale e perché il progresso si esprimerà soprattutto nella trasformazione delle città e della mobilità.

 

Sarà una progressione inarrestabile. Nel 2050 il pianeta sarà infatti abitato da 9,8 miliardi di persone, tre quarti delle quali abiteranno in un ambiente urbano. In questo scenario futuro che ci aspetta, già nei prossimi anni vedremo novità che arrivano dal potenziamento delle tecnologie esistenti.

La cosa più importante sarà l’Internet of things, assieme al cloud computing, con integrazione di sistemi fisici e digitali nelle infrastrutture delle città.

 

Saranno fondamentali per il futuro – sottolineano Lim Chuan Poh e David Gann – gli ambiti delle energie rinnovabili, che secondo le stime dell’Onu entro il 2050 dovranno fornire l’80% del fabbisogno mondiale. Per raggiungere questo obiettivo sarà essenziale la capacità dei governi di integrare settori pubblici diversi con privati, in un crescendo di importanza delle città rispetto agli Stati. Seoul, Pechino, Shangai, ma anche San Diego e Boston sono esempi di mega-regioni in cui vengono promossi innovazione, collaborazione e spirito imprenditoriale, a livello cittadino”.

 

Passando poi dallo scenario globale all’Italia, Lorenzo Fiori, direttore Strategie di Finmeccanica, e Barbara Frei, amministratore delegato di Abb, anticipano a “L’Impresa” i risultati delle ricerche in tema di smart mobility e smart city applicate alla realtà territoriale italiana. Gli italiani spendono il 25% del tempo in più rispetto agli altri europei per burocrazia e servizi. Rendere le città italiane più intelligenti significa migliorare la vita dei cittadini.

 

Lo scenario, che verrà descritto da Barbara Frei, si svilupperà su alcuni punti chiave: smart energy (produzione di energia, integrazione delle rinnovabili, infrastruttura smart grid, efficienza energetica), smart buildings (efficienza delle infrastrutture e degli elettrodomestici), smart mobility (mobilità elettrica e infrastrutture per la ricarica) e smart resources (risorse idriche e dei rifiuti).

 

La Commissione europea ha lanciato l’iniziativa Smart Cities and Communities European Innovation Partnership (SCC) con l’obiettivo di stimolare lo sviluppo di tecnologie intelligenti nelle città – mettendo insieme le risorse derivanti dalla ricerca nei settori dell’energia, dei trasporti e dell’ICT e concentrandole su un numero limitato di progetti dimostrativi che saranno attuati in collaborazione con le città.

 

Per il 2013, la Ue ha stanziato fondi per 365 milioni di euro (contro gli 81 milioni del 2012) per dimostrare le potenzialità di questo tipo di soluzioni tecnologiche urbane, attualmente limitate da molti ostacoli quali l’alto rischio tecnologico, le difficoltà relative all’incertezza dei rendimenti sugli investimenti o le difficoltà normative (Leggi Articolo Key4biz). Fattori che, in tempi di crisi economica, aumentano la riluttanza di aziende e municipalità a investire in tecnologie innovative, nonostante i potenziali risparmi sui costi e le prospettive di riduzione delle emissioni a lungo termine.

 

E proprio le smart city sono uno degli elementi portanti dell’Agenda digitale del governo di Mario Monti.

Il Ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, ha fatto sapere che nei prossimi sei mesi verranno completati i lavori e gli impegni presi per la realizzazione degli obiettivi fissati dall’Agenda Ue.

 

Sul tavolo del Consiglio dei Ministri di oggi arriva, intanto, il “cronoprogramma”, con la lista dei provvedimenti che ogni ministero dovrà realizzare entro la fine dell’anno.

Una lunga lista fatta di oltre 150 tra Ddl, decreti, Dlgs e altre norme attuative che rappresenta in sostanza l’agenda degli impegni per ogni ministero.