SGI: ‘Non c’è Smart City senza Smart People’. Da Genova l’invito a investire sui giovani, innovare dal basso e fare sistema

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All’evento ‘Genova per l’Innovazione Digitale, an open smart city’, si è discusso di banda larga e social inclusion, Open Data e Gestione delle emergenze del territorio, Cloud Computing e Giustizia Digitale, Smart Communities for Smart Cities.

Italia


Smart City

Parte da Genova la road map 2012 dell’associazione Stati Generali dell’Innovazione, per continuare a progettare insieme l’innovazione del Paese. E ha inizio proprio a Genova, che un anno fa, insieme a Grenoble, fu la città scelta dalla Commissione Europea per lanciare a Bruxelles l’iniziativa “Smart Cities and Communities” e testimoniare il lavoro necessario per sviluppare un progetto smart city con il coinvolgimento di aziende, istituzioni e cittadini.

 

Venerdì 23 Marzo, a solo una settimana dalla prima riunione della Consulta Permanente dell’Innovazione, Stati Generali dell’Innovazione ha organizzato, insieme con il Comune di Genova e Selex Elsag, l’evento “Genova per l’Innovazione Digitale, an open smart city”, nel Salone di Rappresentanza di Palazzo Tursi del Comune. Banda Larga e social inclusion, Open Data e Gestione delle emergenze del territorio, Cloud Computing e Giustizia Digitale, Smart Communities for Smart Cities sono i quattro temi trattati durante la giornata e sui quali sono stati preparati in maniera collaborativa 4 “position paper”, oggetto di dibattito nei quattro open talk paralleli che si sono tenuti nel pomeriggio.

 

Ha aperto i lavori Flavia Marzano, Presidente dell’Associazione Stati Generali dell’Innovazione, sottolineando l’importanza di “creare spazi di partecipazione per supportare il paese, lavorare in un’ottica di collaborazione, di crowdsourcing, per innovare dal basso e fare sistema includendo ogni attore dell’innovazione”, mentre nei saluti iniziali il Vice Sindaco del Comune di Genova, Paolo Pissarello, ha invitato a leggere il territorio pensando ad una tecnologia che abbia una ricaduta reale nei servizi e che cambi la vita dei cittadini.

Per creare “strumenti che facciano lavorare assieme le persone, che siano concreti e sappiano calare le idee in azioni che migliorino la vitta dei cittadini. Soluzioni visibili nel territorio e progetti che diano risposte di investimento sul territorio”. Un’opportunità per promuovere lo sviluppo qualitativo della realtà territoriale, in un sistema in cui PA, aziende, mondo della ricerca e cittadini collaborano in maniera sinergica. Paolo Aielli, AD di SELEX Elsag, ha dato il punto di vista dell’impresa, presentando l’esperienza di collaborazione multidisciplinare della propria azienda e sottolineando che “per fare innovazione deve uscire dalla propria autoreferenzialità, unendo capacità, competenze e visione e investendo sui giovani come change agent” del processo di produzione delle soluzioni. A seguire, l’intervento Paola Girdinio, Preside Facoltà di Ingegneria dell’Università di Genova, è un appello ad usare la ricerca “per sviluppare il processo che abbiamo sperimentato, per fare sistema”. Raccontando la propria esperienza con il Comune di Genova, la preside Girdinio avvalora l’importanza di costruire progetti orizzontali che rispondano alle esigenze della comunità e che inneschino un cambiamento culturale, perché “Non c’è smart city senza smart people”.

 

Irene Tinagli, Consigliere del Ministro Profumo su Smart Cities, ha portato il punto di vista della nuova strategia governativa. “Lo sforzo che il governo sta facendo è quello di utilizzare lo strumento della partecipazione per affrontare problemi sociali reali e legati al territorio del nostro Paese. Il nostro è un paese che ha sofferto tanto e tante conseguenze di questo disagio si riversano sul territorio. Problemi molto spesso trascurati, e per questo vogliamo cogliere l’opportunità e la sensibilità che l’Europa sta avendo verso le città, aiutando i cittadini a vivere meglio e aumentare la qualità della vita. Quando si parla di Smart Cities e di tecnologie non si parla di fantascienza. Obiettivo delle iniziative è quello di risolvere prima, meglio, in maniera più efficiente e meno costosa, per fare quel salto che non siamo riusciti a fare ma che con le tecnologie l’Italia puo’ assolutamente fare”. Un “leap frog” possibile, perché “Anche i paesi in via di sviluppo stanno utilizzando le tecnologie per risolvere i loro problemi. Lo Stato di Rio, ad esempio sta utilizzando le tecnologie per risolvere il problema dell’alto tasso di abbandono scolastico applicando la tecnologia all’istruzione e alla formazione”. Compito delle istituzioni è dunque quello di “Accompagnare i progetti con politiche intelligenti”.

 

Nel corso dell’ “Open Panel: l’Innovazione Digitale per la Città e il Territorio”, l’intervento di Flavia Sartore, Direttore Generale dell’Area Servizi Decentrati verso la Città Metropolitana -Comune di Genova, si è orientato su cosa significa dare innovazione all’interno di una città intelligente “Leggere la città come un insieme strettamente interconnesso che punta con i servizi a rendere più agibile la fruizione da parte dei cittadini. In tale contesto, l’innovazione rappresenta uno strumento essenziale per la nascita della smart city rettificata nella quotidianità del lavoro nella macchina complessa di un comune metropolitano”, e per far ciò è necessario un ripensamento profondo di tipo organizzativo.

Sono i fattori abilitanti, per Paolo Piccini, Direttore Generale SELEX Elsag, come l’eCommerce, i driver che rendono i servizi pensati per le città e le aziende un mezzo per migliorare la vita dei cittadini. Gloria Piaggio Coordinatore Genova Smart City e Dirigente Progetti Europei, ha raccontato il progetto “Smart City” come un “processo umile e artigianale” che ha coinvolto le persone dall’inizio. La città è un organismo vivente che ha bisogno di un cervello che la organizzi, e la città intelligente si autofinanzia con il risparmio derivato dalle proprie modalità di gestione della stessa, intercettando le proposte e i bisogni della comunità e riuscendo ad integrare anche all’interno della macchina comunale i processi di cambiamento. Sull’importanza della cultura si è invece focalizzato l’intervento di Andrea Ranieri, Assessore alla Cultura e Innovazione del Comune di Genova, secondo cui le “tecnologie, così come i servizi intelligenti, sono importanti per risolvere i problemi delle persone, ma rischiano di diventare barriere se manca la cultura adeguata da parte dei destinatari delle stesse”. Altro tema importante toccato dall’Assessore è l’interoperabilità che “in questo paese è scarsa e bisogna cominciare a domandarsi il perché. L’introduzione delle tecnologie implica un processo di cambiamento. Spesso le tecnologie restano destinate nel settore dell’ict e diventano un servizio on demand”, nella pratica invece dovrebbero essere un reale strumento di partecipazione, rompendo le barriere e fungendo da spinta al cambiamento. Un cambiamento che deve avere come base l’innovazione sociale perché “L’innovazione cammina su tre assi: talenti, creatività e innovazione. Là dove c’è innovazione sociale c’è il contesto migliore per l’innovazione tecnologica”.

 

Manuela Arata, Presidente Festival della Scienza, ha parlato dell’importanza della preparazione delle smart people. Esempio di tale processo sono i progetti del Festival della Scienza, come ad esempio, la “Smart inclusion” negli Ospedali all’iniziativa degli “angeli digitali” per l’inclusione digitale degli anziani. Ha anche sottolineato come sia fondamentale che la comunità scientifica possa partecipare al processo decisionale fornendo contributi e suggerimenti. Per Raffaele Bolla – Professore Associato, Dip. Informatica, Sistemistica e Telematica, Università di Genova – l’innovazione rappresenta un’opportunità da cogliere ma anche un importante rischio. In un contesto globalizzato le tecnologie possono far perdere importanza al contesto locale. Per questo motivo “la creazione di una cultura dell’innovazione sul territorio dev’essere coniugata alla capacità di fornire questa innovazione non solo per il territorio ma a livello globale”. Trovare soluzioni interoperabili rappresenta anche uno degli obiettivi di SELEX Elsag, secondo Giorgio Mosca, Responsabile Sviluppo Business & Marketing, per “costruire interdisciplinarietà e collaborazione tra aziende” secondo il paradigma dell’open innovation, che significa “collaborare per far si che le tecnologie vengano utilizzate per come sono e per quello che servono”. A chiudere il primo panel è stato Claudio Viazzi, Presidente del Tribunale di Genova, che ha portato l’ interessante esperienza del Tribunale di Genova e ha portato alla luce le problematiche riscontrate dal settore della giustizia amministrativa ad innovarsi. “Dal 2003 il tribunale di Genova era uno dei tribunali di sperimentazione del processo giudiziario telematico”. Ma gli ostacoli al processo innovativo sono molteplici, dalla mancanza di fondi, perché non è vero che esistono riforme a coso zero, alla mancanza di una cultura della prevenzione, basti pensare che il “nostro ministero spende, ogni anno 100 milioni di euro per la legge Pinto“. Nonostante gli ostacoli, però, la riforma delle cancellerie a Genova è una realtà. Nelle regioni in cui vi è un maggior numero di decreti ingiuntivi sono anche più alti i tassi di interesse bancario. Fino a quando i fruitori che chiedono un decreto in via telematica sono pochi perdiamo una chance per accelerare il funzionamento del settore della giustizia. Un investimento culturale, quello da fare, ma anche un investimento sulle sinergie territoriali al fine di ridurre le abitudini di una politica italiana pauperistica. La sessione della mattina si è conclusa con le riflessioni di “rappresentanti dell’utenza” (Mauro Ferrante, dell’Ordine degli Avvocati, Laura Petacchi, Direttore Generale di Area Lavori Pubblici e Politiche della Casa del Comune di Genova, Gianfranco Delponte, Direttore Generale Area Sicurezza e Progetti Speciali- Comune di Genova, Roberto Marciano, capo Scout) che hanno fornito spunti importanti per gli open talk.

 

Nel corso del pomeriggio si sono svolti i lavori degli open talk paralleli, di cui sono stati riportati i risultati in sessione plenaria. Elementi comuni sono stati riscontrati dal gruppo Banda larga e social inclusion e dal gruppo Cloud Computing e Giustizia Digitale, secondo la rapporteuse Maria Silvia Libé, Web Strategy & Digital Media Consultant di SELEX Elsag, che si sostanziano nella necessità di una tecnologia accessibile e fruibile da tutti i cittadini, e di un coordinamento reale tra gli stakeholder, con l’uso dei Social Network come strumenti per favorire la partecipazione.

Nello Iacono, vicepresidente dell’associazione Stati Generali dell’Innovazione, ha sottolineato un tema risultato centrale nell’open talk: l’importanza della preparazione del contesto sociale per valorizzare l’evoluzione che può venire dal digitale e dalle tecnologie. Come nell’esperienza riportata da Studio TAF sull’inclusione degli “anziani fragili” è fondamentale la formazione di tutte le persone con cui gli anziani entrano in contatto. Non è un caso che dal 2012 il programma Horizon 2020 si focalizzerà su aree trasversali abbandonando la logica dei settori e una di queste aree è la Società inclusiva.

 

Secondo il tavolo Cloud Computing e Giustizia Digitale, di cui ha riferito la relatrice Susanna Belli, Responsabile Area PAC – Giustizia, SELEX Elsag, è fondamentale la cooperazione tra i diversi attori della giustizia. La piattaforma del processo civile telematico può essere punto di incontro dei vari attori che lavorano intorno allo stesso. Dal tavolo Open data e la gestione delle emergenze del territorio, che ha avuto come relatore Sandro Gambelli, Dirigente della Protezione Civile del Comune di Genova, è emerso che allargare la comunità di chi detiene le informazioni, può consentire anche di avere una risposta più veloce ed efficace nella gestione delle emergenze a patto che questi dati vengano validati e siano resi attendibili. In qualche amministrazione, come nelle regioni Piemonte e Emilia Romagna hanno liberato i dati e questa prassi costa meno che venderli e consente di dare informazioni in tempo reale ai cittadini diminuendo la percentuale di rischi. Secondo il “talk opener”, Sergio Farruggia, Consiglio Scientifico Federazione ASITA, i partecipanti al tavolo hanno espresso l’esigenza di raccogliere tutte le informazioni su strumenti, dati, idee e progetti sull’argomento in un unico “hub”. L’associazione Stati Generali dell’Innovazione raccoglie l’istanza e prossimamente metterà a disposizione un primo strumento per iniziare questa attività di raccolta che deve veder coinvolti i partecipanti all’evento di Genova ma anche attirare e aggregare tutti i coloro che in rete sono interessati all’argomento. Dal tavolo Smart Communities for Smart Cities, che ha visto come “talk opener” Gianni Dominici, Direttore generale di ForumPA, emerge l’importanza del tema della governance. Secondo Dominici “Solo una PA che governa la rete può governare i processi. È importante dare centralità ai beni redazionali, favorire la partecipazione civica nella creazione di valore pubblico. Quando la PA adotterà questo principio sarà un primo passo per la nuova gestione del territorio e la tecnologia sarà il mezzo per la valorizzazione del processo”. La relatrice Gloria Piaggio, Coordinatore Genova Smart City e Dirigente Progetti Europei del Comune di Genova, ha sottolineato come sia emersa la forte necessità di comunicare e trovare un luogo digitale di interlocuzione con una governance che guidi il processo verso le smart cities e che consenta ai partecipanti di interagire davvero. Bisogna, inoltre, adottare un’ottica di inclusione e favorire la partecipazione anche di chi non è abituato alle nuove tecnologie.

 

La giornata è stata conclusa dal vicesindaco Pissarello, che ancora una volta ha sottolineato come la concretezza sia stata alla base del dibattito e come sia importante cercare un metodo, insieme, per proseguire sia su base locale che nazionale il percorso cominciato il 23 marzo.

 

Il cammino è lungo e tortuoso, ogni passo in avanti è comunque un passo verso un Paese migliore, un Paese che sa ascoltare e cogliere le esigenze dei propri cittadini, anticipandone le necessità e proponendo soluzioni ormai facili e diffuse per migliorare la qualità della vita e l’efficienza dell’azione pubblica anche grazie all’ascolto e alla capacità di fare squadra di tutti gli attori che devono essere coinvolti nell’innovazione verso un open government, verso un Paese davvero europeo.

Come tutti gli incontri promossi dall’associazione Stati Generali dell’Innovazione, anche questo di Genova sarà il punto di partenza per iniziative concrete e condivise, valorizzando i risultati costruiti con i dibattiti e gli open talk. A breve, sul wiki riprendono i lavori.