Smart City: mercato da 116 mld di dollari tra 5 anni. Tecnologie wireless e ‘smart grid’ gli approcci vincenti

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Non esiste un approccio che vada bene per tutti. Le città stanno esplorando diverse opzioni. Alcune si stanno concentrando sulle reti wireless, altre puntano sull'efficienza energetica e stanno distribuendo contatori e altre tecnologie per le 'smart grid'

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Il mercato delle tecnologie e dei servizi necessari per rendere le citta ‘intelligenti’ crescerà dagli 8 miliardi di dollari nel 2010 a 39 miliardi nel 2016, per una spesa cumultaiva che tra 5 anni sarà di 116 miliardi.

E’ quanto prevede ABI Research, sottolineando che un numero sempre maggiore di amministrazioni comunali considera il concetto di ‘smart city’ fondamentale per rendere le città luoghi in cui vivere, lavorare e crescere meglio.

 

ABI ha preso in esame 50 progetti in tutto il mondo, analizzando le tecnologie più utilizzate per rendere una città o una comunità più efficiente e ricettiva nei confronti delle esigenze dei suoi abitanti, così da capire anche in che modo questi soldi verranno spesi.

Le città stanno esplorando – e implementando – diverse opzioni, ha sottolineato l’analista Larry Fisher. Alcune si stanno concentrando sulle reti wireless e altre tecnologie di comunicazione, mentre altre puntano sull’efficienza energetica e stanno distribuendo contatori intelligenti e altre tecnologie per le ‘smart grid’. Altre ancora stanno integrando i trasporti pubblici con sistemi intelligenti per rendere le infrastrutture più efficienti, snellire il traffico e ridurre i consumi di carburanti e le emissioni.
 

Tra gli esempio di approccio, quello di  Masdar City, la città a zero emissioni che sta sorgendo a 15 chilometri da Dubai, o quello della cinese Caofeidian, progettata dall’architetto italiano Pierpaolo Maggiora, e ancora quello di  Curitiba, in Brasile, risultato di un’attenta politica di riqualificazione e risanamento.
Non esiste, dunque, un modello, ancora, che imponga un approccio per trasformare una città in ‘smart city’, ma tutti i progetti – spiega ABI – hanno in comune diversi fattori come le infrastrutture di rete, le tecnologie ICT, una pianificazione efficiente per lo sviluppo e la gestione dell’innovazione e l’impegno verso la sostenibilità ambientale e sociale.

 

“A causa delle differenze tra i diversi progetti, alle smart city non può essere applicato un singolo approccio che vada bene per tutti. Sul lungo periodo, l’adozione di standard aperti sarà di fondamentale importanza come fondamento per le scelte alla base di ogni sviluppo”, ha sottolineato Fisher.

Al tema delle smart city è stato dedicato un convegno organizzato dal think tank Glocus (leggi articolo key4biz) che ha analizzato a 360 gradi le prospettive economiche, tecnologiche e sociali del cambiamento verso un modello di città ‘intelligente’.
Anche la Commissione europea ha deciso di puntare sulle città intelligenti e, con l’iniziativa ‘Smart City’ il 21 giugno scorso ha annunciato l’avvio del nuovo programma per l’efficienza energetica delle città di domani, che prevede un primo bando da circa 70-80 milioni per progetti di ristrutturazione del patrimonio immobiliare pubblico e privato e le reti energetiche.

Il commissario per l’Energia, Günther Oettinger, ha sottolineato che “…E’ giunto il tempo per le città e le comunità intelligenti: città e partner industriali sono chiamati a sviluppare soluzioni integrate e sostenibili per offrire energia pulita e sicura, accessibile ai cittadini, ridurre consumi e creare nuovi mercati – in Europa e oltre. Con l’iniziativa Smart Cities and Communities, la Ue da il via a questi nuovi mercati attraverso un primo finanziamento di 80 milioni di euro per sostenere progetti innovativi di alcune selezionate città europee”.

Oettinger ha inoltre aggiunto che “Le città sono fondamentali per gli obiettivi Ue sul risparmio energetico del 20% entro il 2020 e per lo sviluppo di un’economia a basse emissioni di carbonio entro il 2050, perché il 70% dell’energia dell’Unione viene consumata nelle città. Le città hanno inoltre un enorme potenziale per il risparmio energetico attraverso l’integrazione di tecnologie per favorire un uso efficiente delle risorse”.

Le città possono richiedere finanziamenti Ue nei settori tra cui i trasporti, l’acqua e gestione rifiuti.

Tra le italiane, oltre alle città del Nord Ovest e al progetto “Sardegna Co2”, anche Bari, Palermo, Catania hanno già lanciato la loro candidatura ufficiale.