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Marco Muller

Marco Muller

WHO IS WHO

Direttore artistico
Festival del cinema di Roma 

Nato a Roma il 7 giugno del 1953. Dopo un periodo di formazione universitaria e post-universitaria (1971-1975: studi di orientalismo e antropologia in Italia; 1975-77: specializzazione e dottorato di stato in Cina), comincia un’attività di ricerca e insegnamento in Italia (1977-1980: ricerche sul campo, pubblicazioni di etnologia, etnomusicologia e antropologia visiva; seminari, corsi universitari di etnomusicologia).

Dal 1980 intraprende un’attività di critico e storico del cinema (articoli e saggi per quotidiani e riviste in Italia, Francia, Paesi Bassi e Svizzera; volumi e saggi per pubblicazioni storiche di cinema in Italia, Francia, e Spagna). Tra il 1982 e il 2000 crea e dirige collane di libri di cinema presso diversi editori (in Italia, Paesi Bassi e Svizzera), cura personalmente pubblicazioni monografiche.

Autore e sceneggiatore di documentari sul cinema (per la RAI e la TSR – Televisione svizzera romanda), tra il 1982 e il 1989 inizia le sue prime collaborazioni come assistente e attore sui set cinematografici di lungometraggi di fiction (tra gli altri, per due “padri fondatori” del Nuovo Cinema: il francese Jean Rouch e l’hongkonghese Allen Fong).

Dal 1978 prende progressivamente forma il suo nuovo profilo di “fabbricante di festival”. Dopo aver collaborato con diversi festival europei (anche come curatore di programmazioni monografiche), crea e dirige nel 1982 a Torino il primo grande festival del capoluogo piemontese, “Ombre elettriche” (una grande retrospettiva della storia del cinema cinese in 135 film), passando poi alla Mostra internazionale del Nuovo Cinema (Pesaro) come responsabile della programmazione prima (1983-1985), e poi come direttore del festival (negli anni dal 1986 al 1989). Collabora in varie forme alle selezioni della Mostra d’arte cinematografica di Venezia dal 1980 al 1994 (in particolare per le selezioni di film asiatici).

Dal 1989 al 1991 è direttore del Festival di Rotterdam e in quel contesto crea lo Huub Bals Fund e il Coproduction Workshop (ora denominato “Cinemart Projects”), due strumenti che svolgeranno un ruolo importante in Europa e nel mondo, nell’assicurare sostegno finanziario e “culturale” ai progetti di cinema indipendente del Sud e dell’Est.

Dal 1991 al 2000 dirige il Festival internazionale del film Locarno, rinnovandone dalle fondamenta i criteri di programmazione: accanto alle numerosissime “rivelazioni” di registi poi divenuti famosi, si distinguono soprattutto le retrospettive: il complesso di proiezioni e dibattiti animate da Jean-Luc Godard attorno alla prima mondiale del complesso delle sue Histoire(s) du cinéma; la revisione incrociata di 50 anni di “cinema americano vista dai suoi autori” firmata da Coppola, Scorsese, Eastwood, Allen, Bigelow, Jarmusch, Carpenter, Lynch, Van Sant, Ferrara, Woo e altri “grandi” del cinema USA (che scrivono tutti un testo originale per un libro pubblicato nella collana Actes Sud Cinéma diretta da Thierry Fremaux); l’integrale di Joe Dante completata dal panorama dei registi “seconda generazione” della scuola di Roger Corman; le prime e mai replicate vere integrali di Marco Bellocchio (con la prima mostra dei suoi schizzi e disegni preparatori per il cinema), Abbas Kiarostami (con la prima mostra dei suoi acquarelli e delle sue foto) e Youssef Chahine; la scoperta di 30 capolavori del cinema sovietico, fatti sparire dalla censura e mai “liberati”.

Parallelamente alla sua attività di direttore della storica manifestazione sulle rive del Verbano, crea e dirige tra il 1992 e il 2002 la Fondazione Montecinemaverità (che rielabora alla luce delle nuove prospettive di cooperazione cinematografica i presupposti dello Huub Bals Fund).

Tra il 1998 e il 2002 svolge l’attività di responsabile del Dipartimento Film e Video di Fabrica (Centro di ricerca sulla comunicazione del Gruppo Benetton), dove si occupa della formazione di nuovi cineasti e videasti. In questo contesto si precisa il suo nuovo profilo di produttore cinematografico – per Fabrica Cinema, la struttura di produzione che crea a fianco del Dipartimento. Tra le sue produzioni, due cortometraggi di borsisti di Fabrica (Afterwords, Venezia 2000, e Prima esperienza di morte, Cannes 2002) e nove lungometraggi: tre sono i film coprodotti, Viaggio verso il sole di Yesim Ustaoglu (Turchia), due premi a Berlino 1999; Moloch di Aleksander Sokurov (Russia), premio per la sceneggiatura a Cannes 1999; Adanggaman di Roger Gnoan M’Bala (Costa d’Avorio), Venezia 2001, due premi al festival panafricano di Ouagadougou 2000; sei sono i film prodotti, Diciassette anni di Zhang Yuan (Cina), premio per la regia a Venezia 1999; Lavagne di Samira Makhmalbaf (Iran), premio speciale della giuria a Cannes 2000; La bestia dalle sette teste di Lais Bodansky (Brasile), premio dei giovani a Locarno 2000 e 32 premi in Brasile e in America Latina; No Man’s Land di Danis Tanovic (Bosnia), premio per la sceneggiatura a Cannes 2001, Oscar 2002 per il miglior film straniero; Il voto è segreto di Babak Payami (Iran), premio per la regia a Venezia 2001; L’angelo della spalla destra di Jamshed Usmonov (Tagikistan), Cannes 2002 (Premio della critica al London Film Festival, Premio Speciale della Giuria al Filmex di Tokio). Dopo un’interruzione di un anno (passato a consolidare le sue due nuove case di produzione, Downtown Pictures in Italia e Riforma Film in Svizzera), riprende dal gennaio 2004 l’attività di Direttore di Fabrica Cinema.

Dalla primavera 2002 è presidente di Downtown Pictures (Bologna), nuova casa di produzione e centro di iniziative audiovisive a tutto campo, ma con un’attenzione particolare per i nuovi cineasti e le nuove realtà del cinema e degli audiovisivi. La sua prima produzione per Downtown è il film turco-greco-cipriota Çamur (Fango) di Darvish Zaim (Premio UNESCO, Venezia 2003).

Nell’inverno 2002 è per sua iniziativa che nasce in Italia la Fondazione Officina Cinema Sud Est, costruita sul modello delle due fondazioni che aveva creato e diretto nei Paesi Bassi e in Svizzera. La Fondazione (di cui è Vice Presidente) si propone di stimolare la crescita di partenariati tra l’industria cinematografica italiana e il cinema dei paesi del Sud e dell’Est.

Nel 2002 Mario Botta lo chiama a tenere il corso di Storia dell’Arte (Storia delle forme cinematografiche) presso l’Accademia d’Architettura dell’Università della Svizzera italiana. Al’inizio dell’estate 2003 costituisce assieme ad un gruppo di “business angels” una casa di produzione elvetica, la Riforma Film (Lugano). Questo gli consente di dar vita, assieme ad altri quattro produttori ticinesi, all’APICE, raggruppamento di produttori indipendenti svizzeri di lingua italiana.

Nel corso del 2003, elabora il progetto del “Barbarano Cine Lab”, laboratorio pratico-teorico di cinema che aprirà i battenti nella primavera 2004 a Barbarano Romano (VT), con il sostegno della Regione Lazio, della Provincia di Viterbo e del Fondo Sociale Europeo. Dal 2004 al 2011 direttore artistico della Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia. Da marzo 2012 è il nuovo direttore artistico del Festival del cinema di Roma.

 

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