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WEB: Parlamento turco chiede più controlli su internet

VINTI

Un duro giro di vite quello ordinato dal Parlamento turco contro i siti web e più in generale il mondo delle comunicazioni elettroniche. Secondo quanto deciso dall’Assemblea di Ankara, ieri sera, al termine di un duro confronto tra maggioranza e opposizione, le autorità competenti possono da oggi oscurare e bloccare l’accesso a qualsiasi sito web che sia considerato un minaccia per i minori o responsabile di messaggi e contenuti che incitano alla violenza politica, sociale e religiosa.

 

Una decisione senza precedenti in Turchia, che rischia di diventare presto una legge liberticida e contro il diritto d’espressione delle minoranze (culturali e politiche). L’autorità competente sarà quelle delle telecomunicazioni (Tib), controllata dal Governo, con il potere di ordinare al provider l’oscuramento dei siti oggetto di indagini, anche senza autorizzazione dell’autorità giudiziaria.

 

Tutte le aziende fornitrici di servizi internet, inoltre, dovranno entrare a far parte di un registro nazionale, ‘Unione dei provider’, sotto lo stretto controllo del ministero delle Telecomunicazioni. Tutte le pagine web visitate dagli internauti turchi (almeno negli ultimi due anni) dovranno dar vita ad un data base sempre aperto ai controlli governativi.

 

Una serie di disposizioni che certamente solleveranno ulteriori proteste e critiche dure contro il premier Recep Erdogan e il Partito della giustizia e dello sviluppo che sostiene la maggioranza, proprio per gli evidenti contenuti liberticidi e sfavorevoli alle opposizioni nel Paese che, tramite internet e la rete mobile erano riuscite fino ad ora ad organizzare una tenace resistenza di piazza nei mesi scorsi.

 

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