SMART DEVICE: per MOIGE e Presidi da proibire a scuola

di di Flavio Fabbri |

VINTI

Sconcerto e preoccupazione nel mondo scolastico e associativo, dopo che a Roma una studentessa di 12 anni ha condiviso con l’intera classe un video pornografico, tramite la popolare piattaforma di instant messaging Whatsapp.

 

Un caso che dalla Capitale è rimbalzato sui media nazionali e di cui si è occupato anche l’Associazione presidi e il Movimento Italiano Genitori (MOIGE).

 

I presidi italiani hanno infatti espresso viva preoccupazione per l’accaduto e la necessità di maggiori controlli, per evitare un fenomeno che è stato definito di ‘analfabetismo emotivo’, fino alla proibizione dell’uso di smart device in classe.

 

Sulla stessa lunghezza d’onda Maria Rita Munizzi, presidente nazionale del MOIGE: “Sappiamo che la scuola già vietava l’uso dei telefonini, ma vanno  proibiti non solo in classe, ma durante tutto il tempo scolastico. L’assenza di un piano significativo per la media education, unitamente ad uno scarso controllo sulle tecnologie dei nostri figli, ed il patto di corresponsabilità educativo con i genitori, che stenta a concretizzarsi con azioni che vanno oltre la semplice firma del genitore, di certo non ci aiutano su questo fronte di emergenza educativa“.