eSOCIETY: nuove regole per censura online in Cina, ‘Tweet irresponsabili puniti anche col carcere’

di Flavio Fabbri |

VINTI

Rese note le nuove linee guida in Cina per la censura online, se possibile più severe delle precedenti. Tante sono le voci critiche che hanno accolto il nuovo pacchetto di misure dedicato al controllo delle informazioni online.

 

Oltre alle multe, all’oscuramento temporaneo della rete e ai processi, chi è ritenuto utilizzare il web per consumare materiale pornografico (la scusa), per propagandare idee antigovernative e per attaccare le istituzioni (il motivo reale) potrà incorrere in misure penali molto dure.

 

Al momento, se Pechino non provvederà a rivedere la legge, chi spedisce un messaggio o un tweet considerato ‘diffamatorio’ rischia fino a tre anni di carcere. Chiaramente, non si va in carcere per un solo messaggio, ma se questo venisse inoltrare per almeno 500 volte o se venisse visionato da 500 utenti allora si.

 

A prima vista, ‘500 volte’ sembra un numero enorme, quasi impossibile da raggiungere, ma in realtà un qualunque messaggio dai contenuti politici, magari inviato da un dissidente, può facilmente raggiungere e superare questo ‘tetto’, soprattutto in un Paese enorme e popoloso come la Cina.

 

Chi scrive messaggi e tweet ‘irresponsabili’ nei confronti del popolo e delle Istituzioni sarà accusato di diffamazione a mezzo internet. Rientrano in questa categoria anche quei messaggi che incitano alla rivolta e a scendere in piazza, come è stato in Europa, negli USA e in Nord Africa negli ultimi mesi/anni, sia per motivi politici, sia religiosi.

 

Ovviamente, obiettivo reale del Governo è solo e sempre imbavagliare il maggior numero possibile di persone e schiacciare ogni forma di dissenso politico, e per ottenere tali risultati non ci si pensa due volte ad attaccare la libertà di espressione.