INTERNET: in Russia bloccati 90 siti web in un mese

di Flavio Fabbri |

VINTI

Il 2013 è iniziato da poco più di un mese è in Russia sono stati bloccati oltre 90 siti web per promozione di contenuti pedopornografici. Lo ha annunciato Tatyana Shishova dell’Ufficio nazionale centrale dell’Interpol presso il ministero dell’Interno russo, in occasione di una conferenza stampa a RIA Novosti.

 

Qui sono stati diffusi i dati preliminari relativi agli effetti della legge federale sulla tutela dei minori in rete attiva da settembre dell’anno scorso. Il provvedimento governativo è teso alla protezione dei minori da informazioni dannose ad un sano ed equilibrato sviluppo mentale e fisico.

Nessuno critica l’obiettivo della legge, ma qualcuno non è d’accordo con i mezzi. Secondo diverse organizzazioni per i diritti civili e democratici, la mossa ha come primo effetto quello di censurare la rete e di cancellare quei siti web che in qualche modo danno fastidio all’establishment.

 

Tra le informazioni vietate, infatti, ci sono anche quelle che vanno apertamente contro la politica di Mosca. Non a caso è stata istituita di recente, su richiesta del Parlamento russo, una black list per registrare tutti i siti web non allineati alla politica nazionale e, ovviamente, quelli che trattano materiale pedopornografico, che incitano al suicidio, che vendono farmaci alternativi o droghe.

 

Lanciato a novembre 2012, il registro dei siti da censurare ha registrato oltre 5000 denunce in sole 24 ore. Il dato interessante è che il 96% delle stesse è stato respinto, segno che gran parte delle segnalazioni non erano attinenti a materiale pedopornografico o altre attività illegali, ma a piattaforme di contenuti politici.

 

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