YOUTUBE: Giulio Terzi, ‘Giusto blocco siti che incitano odio’

di Flavio Fabbri |

VINTI

Sale la tensione in tutto il mondo e anche in Europa alla vigilia di un venerdì di rabbia carico di minacce e paure. Non accenna a placarsi, infatti, la protesta del mondo islamico per il video su Maometto e le vignette satiriche sul settimanale francese Charlie Hebdo. In entrambi i casi i mussulmani considerano tali forme di espressione altamente offensive nei confronti del profeta e quindi blasfeme.

 

È massima l’allerta attorno ai possibili obiettivi sensibili in Francia, in Germania, in Gran Bretagna, ma anche in Italia. Il ministro dell’Interno, Annamaria Cancellieri, parlando al Comitato nazionale per l’Ordine e la Sicurezza, ha cercato di smorzare i toni, “non abbiamo motivo di pensare in maniera concreta che stia per accadere qualcosa nel nostro Paese“, ma ciò nonostante ha anche sottolineato che “L’attenzione rimane alta, perché il pericolo c’è e dobbiamo essere vigili“.

 

Sulla vicenda si è espresso anche il ministro degli Esteri Giulio Terzi, a margine della presentazione alla Farnesina dell’Annuario italiano dei diritti umani, affermando: “E’ legittimo chiedere, da parte di qualsiasi Governo, il blocco di un sito o più siti web che incitino a comportamenti aggressivi e non positivi“. Il riferimento è chiaramente a Google che, in occasione degli scontri di piazza in molti Paesi nordafricani e mediorientali, non ha voluto rimuovere il video incriminato, pur accettando in qualche caso di bloccarne l’accesso.

 

Istigare l’odio e rifiutare di comprendere l’altro“, ha specificato Terzi, “sono sempre dei comportanti che hanno una valenza criminale“, anche se portati a compimento sul web. Un punto di vista che il ministro ha esposto anche durante la la Presentazione dell’edizione 2012 dell’Annuario Italiano dei Diritti Umani, dove ha ribadito che l’Italia condanna ogni forma di intolleranza religiosa e sostiene invece il più ampio dialogo interreligioso possibile, esaltando “il ruolo della società civile nell’educazione ai diritti umani come strumento di diffusione della tolleranza religiosa“.