PRIVACY: gli Stati Uniti approvano il CISPA, ma è polemica sulla gestione dei dati

di Flavio Fabbri |

VINTI

Il Cyber Intelligence Sharing and Protection Act, ormai più conosciuto con l’acronimo CISPA, ha raggiunto la fase cruciale del suo iter legislativo con l’approvazione da parte del Camera dei Deputati (The House of Representatives) degli Stati Uniti e il prossimo passaggio al Senato. Un disegno di legge sulla sicurezza informatica che fin dalle sue prime battute ha destato sospetti e timori da più parti: per il trattamento a cui sono sottoposti i di dati personali, per le potenziali violazioni della privacy e per il modo in cui le informazioni saranno condivise tra il Governo e le aziende per tenere alto il livello di sicurezza dei dati.

 

Criminalità informatica, cyber terrorismo e radicalismo politico online sono tre argomenti su cui, negli ultimi anni, l’amministrazione americana guidata da Barack Obama si è particolarmente concentrata, affermando in ogni sede che gli Stati Uniti devono aumentare le difese contro i nemici esterni ed interni.

 

Il web 2.0 e le sue community interconnesse 24 ore su 24, la socializzazione delle piattaforme, la condivisione continua di contenuti e di informazioni, personali o meno, di cui le aziende sono depositarie, sono le proprietà odierne della rete e le criticità maggiori con cui Istituzioni e associazioni per i diritti civili e democratici devono misurarsi quotidianamente.

 

Il CISPA, a differenza del precedente e già contestato SOPA (Stop Online Piracy Act), chiede alle imprese del web di aprire i database per renderli accessibili a qualsiasi ispezione e, allo stesso tempo, le deresponsabilizza di ogni accusa di violazione della privacy e delle leggi sulla tutela dei dati personali. Un punto importante nella discussione politica e pubblica che si sta portando avanti attorno alla norma.

 

I cittadini americani, e in minor misura qualsiasi utente abbia a che fare con servizi i cui server sono posizionati sul suolo americano, vedranno la propria riservatezza e privacy fortemente limitate in nome della sicurezza nazionale, tanto che molte organizzazioni civili e democratiche del Paese hanno già definito la norma anticostituzionale.

 

La cyber security prevale sui diritti del cittadino, accusano i 168 rappresentanti del popolo che hanno votato contro il CISPA, e pone militari e agenzie per la sicurezza nazionali al di sopra del legislatore nel loro lavoro di monitoraggio della rete, che il più delle volte si traduce in una vera e propria azione di spionaggio civile.

 

L’altro punto di vista, invece, è che il Paese, come dimostrato dagli ingenti danni registrati da aziende ed enti pubblici nel 2011, causati dalle azioni della criminalità informatica e da quelle degli attivisti politici, ha un enorme bisogno di rafforzare efficacemente le proprie difese e di difendere le proprie infrastrutture critiche.

 

In attesa del voto al Senato, il presidente Obama ha già chiesto una maggiore attenzione al tema della privacy dei cittadini e al diritto alla riservatezza dei dati e delle informazioni personali.