TWITTER: milioni di tweets sotto la lente della CIA

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VINTI

Bisogna fare molta attenzione a ciò che si scrive quando si manda un tweet ad un amico o un collega, perchè non si sa mai chi c’è a leggerlo dall’altra parte del monitor. Secondo quanto affermato in un articolo da Kimberly Dozier, giornalita AP, la CIA (Central Intelligence Agency) starebbe passando al vaglio milioni di messaggi mandati da Twitter alla ricerca di informazioni sensibili riguardanti il territorio degli Stati Uniti e diversi obiettivi sensibili in giro per il mondo.

Il contenuto di un messaggio intercettato dagli spioni governativi viene interpretato e confrontato con la situazione politica interna al paese di origine e con quanto riportato sui media e sui social network più in generale. In base al grado di correlazione che ne viene fuori, secondo la giornalista, si cerca di stabilire se prendere o no in considerazione il valore intrinseco di una battuta o di un’affermazione di 140 caratteri o meno.

La CIA controlla dal 2009 5 milioni di tweets al giorno tramite il suo Open Source Center in Virginia e altri gruppi di lavoro specializzati in comunicazioni digitali in giro per il mondo – sostiene Dozier nel suo articolo – e ad occuparsi di questo lavoro ci pensa il team chiamato ‘Vengeful librarians’. Una squadra di esperti informatici che spia quanto accade sulle reti sociali e sui media in generale (giornali, tv, radio, web) e che riferisce al Governo quanto accade su internet e i diversi livelli di pericolo ad essi connessi“.

Si tratta con molta probabilità di un primo tentativo di controllo della rete da parte della CIA, in maniera più organizzata che in passato, ma certo non ci sono prove evidenti di quanto affermato nell’articolo. Un tweet non può custodire un grande segreto ma, messo insieme ad altri milioni, può sicuramente fornire delle indicazioni sul livello di rabbia sociale che pervade un paese in un determinato momento storico, o consente di capire cosa un gruppo politico o industriale vuole fare in determinato contesto socio-economico.

Non molto tempo fa proprio Julian Assange, il fondatore di WikiLeaks, ha denunciato al mondo che la CIA e l’FBI utilizzano regolarmente i social network per spiare i propri cittadini e quelli di altri Stati. Accuse gravi, molto spesso non supportate da prove evidenti, ma che invece tanti piccoli particolari fanno credere vere o almeno verosimili dalla maggioranza degli internauti. Chi avrà ragione?