MEDIA: richiamo dell’OdG, ‘No a pubblicità per abiti dei telegiornalisti’

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VINTI

Lo prevede la Carta dei Doveri del 1993 e il codice etico in essa contenuto ma, nonostante le regole di deontologia professionale, è sempre più diffusa la prassi di pubblicizzare brand durante la messa in onda di programmi televisivi nazionali. Accade da tempo, infatti, che durante tali trasmissioni televisive di approfondimento e di informazione della Rai, di La7 e Mediaset i giornalisti conduttori e ospiti indossino abiti confezionati dalle grandi firme della moda, che poi chiedono di pubblicizzarne il nome.

Durante i titoli di coda di popolari programmi televisivi e addirittura di notiziari se ne può avere prova, con i nomi dei brand riportati in bella vista. L’Ordine dei Giornalisti del Lazio ha voluto porre all’attenzione delle emittenti sopra elencate la grave violazione dei doveri del giornalista, tra cui evitare la pericolosa e poco dignitosa commistione tra informazione e pubblicità.

Lo ha fatto con una lettera firmata dal presidente Bruno Tucci e inviata alla Tv pubblica e ai due concorrenti principali, Mediaset e La7. Un telegiornalista è normale che si vesta a modo, come si deve, nel momento in cui parla a milioni di spettatori, ma un conto è l’eleganza e la bella presenza, un altro lo sfruttamento della propria immagine per fini commerciali.

Indicare nei suddetti titoli di coda di programmi nazionali molto seguiti la marca degli abiti e degli accessori indossati dai giornalisti va contro la nostra deontologia professionale“, ha ricordato Tucci nella lettera, che ha infine sottolineato: “Una forma di pubblicità mascherata è incompatibile con quanto sancito dalla Carta dei doveri“.

La risposta, a quanto riportato da un’agenzia AGI, da parte delle emittenti destinatarie della lettera è stata pronta e affermativa, con un impegno di massima a togliere dai titoli di coda dei programmi Tv ogni riferimento a brand e grandi firme degli abiti usati durante le trasmissioni da giornalisti e ospiti.