MEDIA: caso Ruby, telecamere e fotografi fuori dall’aula. Guido Columba (Unci), ‘Violato il diritto dei cittadini a essere informati’

di Flavio Fabbri |

VINTI

La tanto attesa prima udienza sul caso Ruby si è consumata in 7 minuti netti. Giusto il tempo per i giudici della quarta sezione penale, presieduta da Giulia Turri, di ascoltare la richiesta di costituzione di parte civile dell’associazione Arcidonna e di rinviare la causa alla data del 31 maggio 2011, la prima utile viste le altre scadenze processuali del Presidente del Consiglio dei Ministri, Silvio Berlusconi.

In tanti stamattina, con telecamere e macchine fotografiche in mano, attendevano fuori dell’aula del Palazzo di Giustizia di Milano, anche se il premier non si è fatto vedere. Secondo quanto stabilito da un provvedimento d’urgenza, infatti, firmato dall’avvocato generale dello Stato, Laura Bertolè Viale, e dal procuratore generale Manlio Minale, responsabili entrambi della sicurezza della struttura, è stato fatto assoluto divieto di ingresso in Tribunale di fotografi e cameramen.

Nonostante l’ordinanza precedentemente firmata dal presidente del collegio giudicante, che ammetteva come unica televisione la Rai, che a sua volta si era impegnata a cedere le immagini a emittenti di tutto il mondo, in aula sono state concesse solo le registrazioni audio per i giornalisti.

Oggi, durante il processo Ruby, è stato violato il diritto dei cittadini ad essere informati. Ed é stato fatto non ammettendo nell’aula né telecamere né fotografi in una società dove le immagini sono al centro del diritto di informazione“. E’ quanto dichiarato oggi all’Ansa del presidente dell’Unione Cronisti Italiani (Unci), Guido Columba, che protestava insieme a una delegazione dei cronisti lombardi davanti al Palazzo di Giustizia di Milano.

Colomba ha rivendicato la volontà di cercare una soluzione di mediazione, tra le necessità di sicurezza del Tribunale e il diritto di cronaca dei giornalisti: “Proponendo di ammettere in aula una telecamera del servizio pubblico della Rai, una di Mediaset e una di una troupe straniera, nonché quella di acconsentire l’ingresso in aula di un fotografo dell’Ansa. Ciò non avrebbe creato alcun problema e nessun motivo di sicurezza come invece ci è stato risposto“.