QUOTIDIANI: crollano i dati sulla diffusione media e le vendite in Italia

di Flavio Fabbri |

VINTI

Non c’è modo di fermare il crollo delle vendite di quotidiani cartacei in Italia. Secondo l’ultimo rilevamento diffuso da ADS, Accertamento Diffusione Stampa, la media mobile di 12 mesi, dal mese di febbraio 2010 al mese di gennaio 2011, vede una lunga serie di segni negativi della diffusione media dei principali quotidiani italiani e delle vendite vere e proprie.

Rispetto allo scorso anno, a gennaio 2011, testate di assoluto rilievo come il Corriere della Sera, La Repubblica, La Stampa, Il Messaggero e la stessa Gazzetta dello Sport, hanno registrato cali nelle vendite rispettivamente del 6,9%, del 7%, del 6,8% e dell’8,8%. Copie di giornali quotidiani (ma anche periodici) se ne compranp sempre meno e anche testate minori come Il Resto del Carlino (-5,5%), La Nazione (-6,3%), Il Mattino (-2,2) e Il Secolo XIX (-15,1%) hanno accusato una flessione, in alcuni casi, molto consistente delle vendite.

Fuori dal pantano solo Il Sole 24 Ore, che sostanzialmente tiene (+0,5), Il Tempo (+1%) e Libero, che mette a segno una crescita assolutamente fuori tendenza del 7%. In tutti gli altri casi, tranne piccole realtà di provincia, i quotidiani perdono in media tra il 4% e il 7%. Dati che si rinnovano anche per la diffusione media dei giornali in Italia, col Corriere della Sera che vede calare il dato medio del 7,4%, La Repubblica del 6,3%, La Stampa del 6,8%, Il Messaggero del 4,3%, Il Sole 24 Ore del 6,8%, i tanti giornali sportivi del 4-7%, Libero del 6,5%, La Nazione del 6,1%.

Gli unici a salvarsi, anche in questo caso, sono solo alcuni, ma non poi tanti, giornali locali che riescono a tenere non oltre l’1% di crescita. A fine 2010, il saldo delle vendite è stato negativo un po’ per tutti, ma drammatico per alcuni, come nel caso dell’Unità, che ha visto calare le vendite del 16,5%, del Secolo XIX, che ha portato a casa una flessione del 15,1%, o del Manifesto, che lascia sul terreno il 13,3%.