JPMORGAN: Biz Stone (co-fondatore Twitter), ‘False le voci su cessione 10% delle quote’

di Flavio Fabbri |

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Nega tutto Biz Stone, co-fondatore di Twitter, riguardo le voci insistenti che davano la compagnia di servizi finanziari JPMorgan in procinto di acquistare il 10% delle quote di Twitter, per un controvalore di 450 milioni di dollari. “Per mesi avete sentito solo rumors di rete e niente altro“, ha dichiarato Stone alla Reuters, “Solo voci infondate, buone per i giornali“.

Quindi, interpretando il pensiero di Stone, Twitter preferisce rimanere indipendente e libera, rafforzando semmai la propria integrità aziendale, piuttosto che cedere alle lusinghe del mercato che fino a pochi giorni fa, sul Finantial Times (FT), valutavano il sito di microblogging più popolare al mondo intorno a 4,5 miliardi di dollari.

La notizia dell’interessamento di JPMorgan a Twitter era arrivata via New York Times e FT, proprio in concomitanza con un’altra rilevante operazione finanziaria nel mondo delle reti sociali targata Goldman Sachs. Goldman ha infatti investito ben 500 milioni di dollari su Facebook, nei primi giorni del nuovo anno, facendo schizzare il valore del social network di Mark Zuckerberg a 50 miliardi di dollari. In molti subito hanno gridato alla bolla speculativa in stile Dot.com, ma nel frattempo la JPMorgan annunciava la nascita del Digital Growth Fund da 1,22 mld di dollari per raccogliere soldi da investire sulle start up del web e soprattutto sulle reti sociali.

In questo momento economico, storico, sociale e culturale, social network come Twitter (ma anche Facebook, FriendFeed e altre piattaforme sociali più localizzate) hanno occupato la ribalta mondiale con l’inaspettato ruolo di facilitatori di rivoluzioni. Un fatto questo di portata storica e socio-antropologica, si potrebbe dire, ma anche economica, perché non è un caso che dopo i fatti in Nord Africa e in Medio Oriente, con possibili ulteriori sviluppi in Cina, Twitter abbia guadagnato in maniera morbosa l’attenzione dei mercati finanziari.

Sicuramente, prima o poi, il sito di microblogging più frequentato del mondo (oltre 190 milioni di utenti) cederà alle proposte sempre più consistenti delle banche e degli istituti finanziari. Nel frattempo, comunque, sono già in atto piani di espansione dell’azienda, che proprio in questi giorni è impegnata in uno sbarco in Gran Bretagna, con l’intenzione di aprire uffici a Londra e di reclutare account executive e account manager in Nord Europa.