eSOCIETY: tempi duri per gli oppositori iraniani sul web, costituita a Teheran unità di ‘Cyber Polizia’

di Flavio Fabbri |

VINTI

Le autorità iraniane hanno annunciato la nascita della prima unità di Polizia del web per il controllo della rete e dei suoi utenti. Lo scopo ufficiale di questa unità operativa online è quello di dare la caccia ai cyber criminali, ma la prima reazione della blogosfera iraniana è stata di preoccupazione e di rammarico per l’ennesimo giro di vite poliziesco nel Paese digitale, oltre che in quello reale.

Secondo quanto affermato all’agenzia di stampa Isna da Ahmad-Reza Radan, vice capo della Polizia: “I reati elettronici sono in forte aumento e noi non avevamo in dotazione gli strumenti giusti per contrastarli. Ecco perché è nata questa nuova unità di Polizia del web“. Fin qui tutto condivisibile, ma poi ha aggiunto: “Nelle proteste di piazza del 2009 gli oppositori e i violenti hanno fatto largo uso di mezzi di comunicazione elettronici, di reti sociali e di blog, noi dobbiamo saperci confrontare con queste nuove piattaforme e prevenire ogni mossa da parte di chi vuole destabilizzare il Paese“.

Affermazioni che non lasciano dubbi sulle intenzioni del Governo di Teheran e sugli obiettivi reali di questa unità di cyber polizia. Oggi in Iran oltre 5 milioni di siti web sono inaccessibili e, secondo i dati dello statunitense CPJ (Committee to Protect Journalists), son oltre 100 i giornalisti e blogger detenuti in carcere solo per aver appoggiato e spalleggiato il cosiddetto ‘green movement‘ del 2009. Tenere sotto controllo il web significa utilizzare la polizia della rete non per la lotta alla criminalità organizzata, ma per imbavagliare, oscurare, reprimere e controllare chiunque non sia d’accordo con le politiche governative.

Per questo motivo, alla notizia che la pagina su Twitter dedicata al leader religioso iraniano, l’Ayatollah Ali Khamenei, era perfettamente accessibile, nonostante il blocco al sito di microblogging disposto dalle autorità, una nuova ondata di sdegno e di protesta si è immediatamente sollevata dal mondo universitario e dalla blogosfera. Per quale motivo, si chiedono le generazioni più giovani, la massima autorità spirituale del Paese medio orientale ha modo di accedere a un sito considerato proibito al popolo?