IPV4: RIA, ‘Sono rimasti solo 5 blocchi, uno per continente, ma saranno gli ultimi’. Italia ‘pigra’ nel passaggio all’IPV6

di Flavio Fabbri |

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Le riserve di indirizzi Internet sono ormai agli sgoccioli e non tutti i Paesi si stanno attrezzando per fare fronte al necessario e già ritardato passaggio al nuovo protocollo per la definizione di domini sul web. L’IPV4 (Internet Protocol version 4), sistema di assegnazione di indirizzi fino ad oggi utilizzato, non è più in grado di reggere l’enorme richiesta della rete e da mesi gli esperti annunciano che il tempo per migrare al nuovo IPV6 è giunto per tutti.

Le riserve di indirizzi finiranno il prossimo gennaio 2011 – ha spiegato all’AFP Ernesto Majo, direttore del registro degli indirizzi (RIARegistry of Internet Addresses) per l’America Latina – rimangono solo cinque blocchi da assegnare e si è deciso di darne uno per ogni continente, praticamente siamo agli ultimi“. L’IPV4 era in grado di gestire fino a 4 miliardi di indirizzi, ma gli ultimissimi sono stati definitivamente assegnati dall’ultimo consiglio dell’Internet Corporation for Assigned Names and Numbers.

Grazie all’IPV6 non ci saranno più di questi problemi, assicurano dalla RIA, perché il nuovo sistema di distribuzione di domini è praticamente illimitato. Per gli utenti, poi, non ci sarà neanche modo di accorgersi della migrazione, spiegano dal Cnr di Pisa, “Già ora milioni di persone navigano su IPV6, chi veramente in Italia non si sta adeguando al nuovo protocollo sono i provider e la Pubblica Amministrazione“. Basti pensare che il Cnipa (Centro Nazionale per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione) ha realizzato reti informatiche per lavorare solo sull’IPV4, ha sottolineato Marco Sommani del Cnr, “A differenza degli enti pubblici americani che da anni hanno adeguato le loro reti per la nuova versione del protocollo di Internet“.