eSECURITY: piani disaster recovery poco sviluppati dalle aziende. Per Symantec ne sono esclusi il 60% dei server virtuali

di Flavio Fabbri |

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Diventano sempre più complessi per le aziende i processi di gestione delle risorse virtuali, fisiche e cloud, a causa dell’accresciuta difficoltà nel proteggere e recuperare i dati e le applicazioni mission critical. È quanto emerge dal Rapporto annuale di Symantec sul tema Disaster Recovery (DR), da cui appare chiaro che i livelli di sicurezza dei sistemi virtuali preposti al recupero dati non sono gestiti in maniera adeguata.

Lo studio evidenzia che quasi la metà (44%) dei dati presenti sui sistemi virtuali non viene sottoposto a regolare backup e solo un intervistato su cinque usa tecnologie di replication e failover per proteggere gli ambienti virtuali. Gli intervistati hanno inoltre indicato che il 60% dei server virtuali non è incluso nel proprio attuale piano di DR. Un incremento significativo rispetto al 45% rilevato nello stesso studio condotto nel 2009.

Altri dati, riportati nel documento Symantec, indicano che l’82% dei backup viene eseguito solo una volta a settimana se non di meno, mentre a frenare il rapido sviluppo degli ambienti virtuali sarebbero principalmente: risorse limitate, carenza di capacità di storage e utilizzo insufficiente di soluzioni di protezione più avanzate ed efficienti.

Commentando i risultati Dan Lamorena, Director Storage and Availability Management Group – Symantec, ha affermato: “Ci aspettiamo di assistere ad un maggiore utilizzo di questi strumenti da parte delle aziende per offrire una soluzione olistica con un set di policy conforme su tutti gli ambienti. I responsabili dei data center dovrebbero semplificare e standardizzare, in modo da potersi concentrare su quelle procedure fondamentali che permettono di ridurre le interruzioni di servizio“.