NOTEBOOK: ricerca IDC, ‘Quelli fuori uso costano alle aziende italiane 1,1 mld di euro l’anno’

di Flavio Fabbri |

VINTI

Le riparazioni ordinarie e straordinarie del parco macchine in possesso delle aziende italiane e, nello specifico dei notebook, costano oltre 1,1 miliardi di euro l’anno. Lo afferma in un Rapporto IDC e specifica che anche il ripristino dati è una delle voci di spesa più rilevante nella somma spesa per riparare i vecchi o mal funzionanti hardware aziendali.

Una mole di spesa davvero elevata, soprattutto in tempi di crisi economica come questi, che certamente obbliga le aziende ad una serie di scelte molto ponderate, a partire dal tipo di notebook da comprare. Si pensi che per lo stesso motivo in Gran Bretagna nel 2009 si sono bruciate 2.073 miliardi di sterline (circa 2.447 miliardi di euro). La cifra media per potenziali interventi su ogni singolo notebook, sottolinea Panasonic (committente della ricerca IDC), è di circa 255 euro in Italia, da aggiungere evidentemente a quella già spesa per il suo acquisto.

Ovviamente, nel computo dei danni e dei relativi aumenti di costo, vanno considerati anche le interruzioni dei processi lavorativi (ad esempio attività di vendita o di consegna), la perdita di dati sensibili e di informazioni aziendali (Data loss), a cui si aggiunge l’insoddisfazione del cliente nel vedere ritardi e approssimazioni nel proseguio dei lavori. All’origine di tutti questi mali spesso c’è la disattenzione e l’incuria dell’uomo, con conseguenti cadute del device a terra (72%) e il classico rovesciarsi di bevande sulla tastiera (66%).

I notebook che necessitano di essere portati in manutenzione, sostiene la ricerca IDC, sono circa il 20% del totale, mentre il 14% dei problemi deriva da danni fisici riportati dall’hardware. Tra le rotture che ricorrono con maggior frequenza si evidenziano: danni alla tastiera (72%), danni allo schermo (66%), alle batterie e all’hard disk (50%).