SOCIAL NETWORK: temuti dalle aziende secondo indagine McAfee, ‘reputation e sicurezza’ tra i punti critici

di Flavio Fabbri |

VINTI

Del web 2.0 nessuno può fare a meno, ma le aziende ancora non si fidano e ‘reputation e sicurezza‘ sono i punti critici su cui bisogna lavorare. Ad evidenziare tale situazione è stato una recente indagine McAfee, condotta assieme al Center for Education and Research in Information Assurance and Security presso la Purdue University nell’Indiana (USA).

Dai risultati emersi dallo studio, condotto su oltre 1000 decision maker d’impresa di circa 17 Stati, il 60% circa delle aziende si dichiara preoccupato del cattivo uso del web 2.0 soprattutto per l’immagine dell’impresa, la sua reputazione in rete e fuori, il livello di fiducia dei propri clienti nonché la perdita di dati sensibili, che sempre più spesso avviene proprio sulle reti sociali 2.0. Per il resto, le preoccupazioni riguardano anche: i pericoli del microblogging, il livello di sicurezza troppo basso dei social media e i danni provocati della spamming.

I decision maker hanno paura principalmente di: incappare in software infetti (35%), malware (15%), spyware (10%). Psicosi collettiva? Scarsa conoscenza delle piattaforme informatiche? Può essere, ma a sentir loro c’è anche tanta esperienza alle spalle, con sei aziende su dieci che dichiarano di aver registrato problemi di Internet Security durante gli ultimi 12 mesi.

Naturalmente, la consapevolezza dell’irrinunciabilità del mezzo non è messa certo in discussione e anzi, nel 40% dei casi le aziende sono convinte che il web 2.0, in realtà, sia una fonte di guadagno molto importante su cui scommettere per il futuro e la ripresa economica mondiale. C’è solo da trovare un equilibrio, al momento poco stabile, tra libertà di interagire col mezzo e rigore nel rispetto delle regole.