WALL STREET: scandalo siti porno, Rapporto inchioda dipendenti della SEC

di Flavio Fabbri |

VINTI

La notizia è giunta proprio nei giorni in cui il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, stava chiedendo agli americani e a Wall Street di accettare la riforma finanziaria, di limiare il ruolo delle lobby e di collaborare assieme per mettere un freno alla ‘borsa‘ selvaggia degli ultimi anni. O almeno questa ne era l’intenzione, prima della bomba lanciata dall’ispettore generale della Sec: “Negli ultimi cinque anni 33 dipendenti o contrattisti hanno violato le regole della Commissione, insieme agli standard di condotta etica degli uffici governativi, guardando siti porno“.

Un rapporto governativo trasformato in una patata bollente, ora nelle mani di Obama che, dopo la riforma sanitaria, voleva a tutti i costi portare a casa un secondo punto fondamentale della sua presidenza, soprattutto in vista delle elezioni midterm. Il Sec, Security and Exchange Commission, proprio uno dei più importanti organismi di controllo di Wall Street, ora nella bufera per una vicenda di siti porno, potrebbe però col suo carico di scandali rivelarsi un’arma micidiale nelle mani dei repubblicani e un boomerang per l’amministrazione Obama.

In tempi di crisi e di insicurezza sui mercati, la notizia che decine di funzionari, alcuni con stipendi annuali tra i 99mila e i 223mila dollari, passavano il loro tempo su siti web a luci rosse durante l’orario di lavoro e mentre l’America era sull’orlo del collasso, non passerà inosservata su media e giornali. “Si tratta di immagini esplicitamente sessuali, viste usando i computer del governo e durante l’orario di lavoro“, recita infatti il rapporto, riportato integralmente sul sito della CNN che ne ha ottenuta una copia.

Obama, nella sua idea di rafforzare i controlli su Wall Street, vedeva nella Sec un valido strumento governativo che avrebbe messo al sicuro i soldi degli americani. Adesso, dopo lo scandalo, non resta che leggere le tante storie di ordinaria pornografia che giungono dal Rapporto sulla Sec stessa e attendere il giudizio del Congresso e dei cittadini statunitensi. Tante le testimonianze imbarazzanti dell’assidua frequentazione online di siti porno da parte di questi dipendenti evidentemente un po’ annoiati, a partire da un’impiegata che dal suo computer è entrata 1800 volte in siti pornografici nel giro di due settimane ed ha poi scaricato 600 foto porno nel suo hard disk. A cui segue quella di un avvocato della Sec che, recita il testo: “Ha scaricato così tanto materiale pornografico sul computer governativo che ha esaurito lo spazio a disposizione sull’hard drive ed ha così incominciato a scaricarlo su cd e dvd, che poi conservava in scatole nel suo ufficio“.