eSECURITY: meno furti di Beni Culturali nel 2009, ma per Carabinieri web è vero pericolo

di Flavio Fabbri |

VINTI

Diminuiscono i furti di Beni Culturali nel nostro paese, ma è sul web che si sposta l’attenzione del Reparto Operativo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, dove sono in aumento i casi di traffici illeciti di opere d’arte. È quanto emerge dalla presentazione dell’operato per l’anno 2009 del nucelo TPC, alla presenza del sottosegretario ai Beni Culturali, Francesco Giro, il Prof. Giuseppe Proietti, Segretario Generale del MiBAC, e il Gen. B. Giovanni Nistri, Comandante Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale.

Per l’occasione sono stati esposti importanti reperti archeologici, alcuni dei quali provento di furti e recuperati a conclusione di indagini condotte in Svizzera e negli Stati Uniti, in quest’ultimo caso in collaborazione con l’Immigration and Customs Enforcement (ICE). Dal Rapporto emerge inoltre la forte diminuzione dei reati in questo campo (del 14% per i furti e del 76% per gli scavi), ma anche l’aumento del business collegato, che proprio su Internet trova sempre più canali di distribuzione, volumi di traffico e vendita dei Beni Culturali sottratti illegalmente al patrimonio nazionale.

Fermo restando il valore di internet, fenomeno, come dice qualcuno, che merita il premio Nobel – ha dichiarato il generale dell’Arma Nistri – preme però rilevare l’insidiosità del sistema, con 28 mila beni individuati e sequestrati dal CC TPC a seguito di monitoraggi dei siti on line. Il 78% delle persone coinvolte in questi commerci illegali risultano essere ‘liberi professionisti’ e il 9% ‘impiegati’, non quindi incalliti criminali“.

Nistri ha poi posto l’accento sulla necessità di adottare regole “che permettano sia agli utenti di internet di ricevere maggiori informazioni sui rischi delle compravendite on line, sia nel contempo che agevolino l’attività di controllo e di monitoraggio del settore“.