eSECURITY: Nord Corea dietro attacchi informatici di luglio a Seoul e Washington

di Flavio Fabbri |

VINTI

Secondo i servizi segreti e l’intelligence sudcoreana, dietro gli attacchi informatici che lo scorso luglio misero in allarme il Governo di Seoul e di Washington, ci sarebbe la Corea del Nord e i suoi cyber-criminali.

Un’affermazione che riprende in pieno le tesi già sostenute negli scorsi mesi e che ora si avvalorano di nuove testimonianze e prove acquisite, che vedrebbero coinvolti anche alcuni siti governativi cinesi in diverse operazioni di cyber-spionaggio asiatico.

Si trattò di decine di attacchi informatici di tipo DDoS che hanno coinvolto altrettanti siti istituzionali e piattaforme mediatiche sia nella Corea del Sud, sia negli Stati Uniti. Un genere di attacco che non comporta la compromissione completa di un sistema, mentre i suoi effetti si esauriscono nel momento in cui viene interrotto il servizio preso di mira.

Un micidiale cyber-attack che è quasi impossibile da evitare e a suo modo di natura violenta e brutale: improvviso, non necessita di particolari conoscenze e può essere eseguito tramite strumenti o script reperibili tranquillamente sul web. In questo caso la Corea del Sud si è trovata di fronte a un’evoluzione del tradizionale DoS (Denial of Service): il DDoS (Distributed Denial Of Service), dove gli IP da cui viene lanciata l’operazione criminale sono molteplici e permettono un’amplificazione decisa degli effetti.