eSECURITY: dilaga il ‘sexting’ anche in Italia

di Flavio Fabbri |

VINTI

Arriva, o per meglio dire, dilaga anche in Italia il ‘sexting’, pratica in voga tra i giovanissimi anglosassoni basata sullo scambio tra amici o conoscenti, via Sms, Mms o eMail, di foto nude o seminude di ragazze/i minorenni. Foto, il più delle volte, accompagnate da testi molto piccanti, in cui è facile imbattersi anche in social network molto popolari come Facebook.

Sexting è un termine che nasce negli USA, dall’unione tra il termine sex e texting, diffusissimo su MySpace, Hi5, Badoo e ora anche l’inflazionato Facebook. Da noi la pratica di pubblicare autoscatti osé è da molti ormai considerata già fuori controllo. Tra di questi c’è l’assessore alla Salute di Chiavenna in provinciai di Sondrio, Giampaolo Landi che, affrontando l’argomento della microprostituzione nelle scuole, con annesso scambio di immagini e video che ritraggono scene di sesso fra i giovanissimi, dichiara senza mezze misure: “Stiamo lavorando per creare le condizioni affinché l’uso di internet e di altri dispositivi tecnologici sia più controllato e contro un generale decadimento di valori. Ma non solo, lottiamo contro un aumento significativo di alcune malattie a trasmissione sessuale, come la mononucleosi e l’epatite B“.

Una reazione esagerata? Un caso di provincia italiana a se stante? Non sembra, visto che in molte altre scuole sparse in tutta Italia la situazione sembra essere molto simile. basta fare un giro su Facebook o MySpace e si possono trovare con molta facilità esempi di ‘sexting’. Uno dei problemi nostrani è forse la mancanza di numeri, gli stessi che permettono a Gran Bretagna e Nord America di comprendere meglio il fenomeno, anche se ciò non garantisce la riuscita nel trovare contromisure realmente efficaci.

Una recente indagine inglese, pubblicata dall’associazione Beatbullying, condotta su 2.000 giovani e giovanissimi, evidenzia che il 38% dei ragazzi inglesi fra gli 11 e i 18 anni (il 36% maschi e il 39% femmine) hanno ricevuto almeno un messaggio o una eMail a contenuto sessualmente esplicito e che il 70% di loro conosce la persona che l’ha mandato. Sempre secondo la ricerca inglese, il 45% dei messaggi circola all’interno di circuiti Peer-to-Peer, o P2P, utilizzando cellulari e chat line, il 23% tra partner e solo il 2% giunge da adulti estranei.