MEDIA E PUBBLICITA’: costi di accesso troppo alti per le PMI italiane

di Flavio Fabbri |

VINTI

L’investimento medio in pubblicità televisiva o radiofonica, per un’azienda di medie dimensioni, si aggira oggi attorno ai 650mila euro, un costo che è stato misurato come il più alto d’Europa, dopo la Germania. Questa la realtà che si trovano ad affrontare le milioni di Piccole e Medie Imprese italiane (PMI) e che un incontro tenutosi ieri allo Iulm di Milano ha voluto sottolineare, ricordando che la soglia di accesso ai mezzi di comunicazione è ogni anno sempre più alta.

Le PMI rappresentano il 70% del prodotto interno lordo (PIL) nazionale, ben al di sopra alla media europea del 30%, ci si chiede allora come sia possibile che una tale ricchezza di impresa non possa accedere alla pubblicità di massa. Secondo molti professionisti del settore, il vero problema è nella scarsità di alcune categorie di ‘spender’, tra cui la GDO, la stessa P.A. e nel disimpegno dei settori finanziari; come d’altronde nella mancanza di quella cultura economica che in altri paese vede gli investimenti sul brand un asset imprescindibile per un serio piano di comunicazione d’impresa.

Tante le strategie pensate come alternative ai media tradizionali e invocate da più parti, tra cui la pubblicità al cinema e sul web, ma senza dimenticare o sottovalutare il ruolo del negozio, dei punti vendita e del packaging. Elementi strategici tradizionali, ma che continuano a fare la differenza, anche in chiave high-tech.