VINTI
Oggi è possibile tracciare un cellulare e scoprirne la posizione e gli spostamenti, senza lasciare segni dell’operazione. Si sfrutta il meccanismo degli indirizzi IP e alla fine si trovano tante informazioni utili, anche sul proprietario del telefonino. Ad assicurarne il giusto utilizzo c’è la Path Intelligence, società del Regno Unito specializzata in reti di monitoraggio mobili per grandi ambienti indoor.
L’idea è molto semplice e nello stesso tempo inquietante: tutti possiedono un cellulare, seguendo il telefono si segue l’uomo. I primi esperimenti in tal senso hanno natura commerciale e di retail marketing, tesi a stabilire legami tra percorsi, permanenza dei consumatori e propensione all’acquisto nei grandi market center britannici.
 Oggi le cose potrebbero cambiare, con seri problemi di privacy e di tutela dei  dati personali, a cominciare dal diritto all’anonimato e alla libertà di  movimento. Come funziona? Ad ogni telefono cellulare che entra nella zona  monitorata il sistema associa in automatico un TMSI (temporary mobile subscriber  identity), ma  senza passare per la rete GSM e utilizzando solo l’indirizzo  IP. È il telefono stesso, poi, a comunicare successivamente il proprio numero al  sistema e, a seconda di quale stazione delle molte installate nell’area lo  riceve, si procede ad identificarne la posizione.
 Ad essere coinvolti da questo tipo di sistemi elettronici di controllo non sono  solamente singoli cittadini ma intere popolazioni. Ossessione da grande fratello  o l’ennesimo caso di attacco alla privacy?