VINTI
Il colosso coreano dovrà pagare 90 milioni di dollari di danni ai 41 stati americani che la accusavano di aver fatto “fissato” con altri produttori di chip di memoria sul mercato statunitense i prezzi delle memorie DRAM. La causa civile, che ha raggruppato sotto la cordata di 41 stati anche molte cause private, è la continuazione di un vecchio procedimento che ha già portato alla condanna di tre manager di Samsung Corea, accusati di aver alzato i prezzi dei chip tra il 1999 e il 2002. Samsung, a dicembre 2005, si è dichiarata colpevole – nell’ambito dell’inchiesta, condotta dal governo statunitense, sulla presunta violazione della concorrenza nella determinazione dei prezzi delle memorie DRAM – in merito all’accusa di aver di aver fatto cartello con altri produttori di chip di memoria sul mercato statunitense. Per questo motivo Samsung è stata condannata a pagare una multa di 300 milioni di dollari, la seconda maggiore multa mai imposta negli Stati Uniti per violazione delle leggi antitrust, dal momento che il “cartello” avrebbe danneggiato i concorrenti e prodotto un aumento ingiustificato dei prezzi dei computer. La causa promossa dal Dipartimento di Giustizia statunitense riguardava l’attività della controllata statunitense di Samsung nel periodo compreso fra l’aprile 1999 e il giugno del 2002. Insieme a Samsung sono state accusate di aver fatto cartello anche Micron Technology, Mosel Vitelic, Nanya Technology, Elpida Memory e Nec Electronics America e Infineon Technologies che ha già di pagare 67 milioni di dollari per chiudere la causa.